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Quasi 40 milioni di bambini con meno di 5 anni nel mondo soffrono di malnutrizione acuta, mentre circa 1 miliardo di minori è esposto a shock climatici e ambientali con quasi il 90% del carico globale delle malattie associate ai cambiamenti climatici, al degrado ambientale e all’inquinamento che ricade proprio sui più piccoli. A questo si aggiunge la violenza causata dall’uomo: nell’ultimo anno le Nazioni Unite hanno rilevato oltre 41mila gravi violazioni contro i bambini durante conflitti armati, tra cui quasi 12mila casi di uccisione o mutilazione e oltre 7.400 casi di reclutamento o utilizzo di minori come soldati e quasi 5mila casi di rapimento. I conflitti nella Striscia di Gaza, in Sudan, in Myanmar e in Burkina Faso sono stati i più letali per i bambini. A ricordare questi dati è la Ong Cesvi, in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia che ricorre il 20 novembre.
«A milioni di bambini sono negati i diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione Onu sui diritti per l’infanzia e l’adolescenza, come il diritto alla vita, al cibo, all’istruzione, alle cure mediche», sottolinea il direttore generale di Cesvi Stefano Piziali. «Gli effetti dei conflitti armati, uniti ai cambiamenti climatici e aggravati dai tagli ai fondi umanitari, stanno cancellando decenni di progressi nella protezione dei minori, condannando un’intera generazione alla fame e alla paura, compromettendo il futuro stesso dell’umanità. I recenti tagli alla cooperazione internazionale rischiano di aggravare di oltre mille i decessi infantili al giorno. In contesti come il Sudan, Gaza e l’Ucraina, milioni di minorenni sono costretti a sopravvivere in condizioni inumane con traumi che li accompagneranno per tutta la vita. E queste tragedie non sono eventi isolati, ma parte di una crisi globale che colpisce l’infanzia in ogni continente. Nella giornata dedicata ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza rinnoviamo l’attenzione verso il riconoscimento e il rispetto dei loro diritti fondamentali a prescindere dalla parte del mondo in cui sono nati».
Sono oltre 500 milioni i minori che vivono in zone del pianeta colpite da intensi conflitti, di cui 218 milioni nella sola Africa, dove ben il 32,6% del totale dei bambini risiede in zone colpite da violenza armata. Nell’ultimo anno Cesvi ha sostenuto oltre un milione di bambini in 28 Paesi del mondo, anche attraverso il programma dedicato all’infanzia Case del Sorriso, che garantisce spazi sicuri e protetti, distribuzione di pasti, sostegno alle attività scolastiche e formative, opportunità ricreative, cure mediche e igiene personale ai minori in difficoltà in Brasile, ad Haiti, in India, Sudafrica, Perù e Zimbabwe e progetti a favore dell’infanzia in zone colpite da gravi emergenze umanitarie innescate da conflitti, dove l’organizzazione fornisce, in affiancamento agli interventi di risposta all’emergenza, attività per i bambini, di tipo educativo e ricreative, supporto psicosociale e accesso ai servizi igienico-sanitari.
Le Case del Sorriso sono presenti anche in Italia, per contrastare la crescente povertà e, di conseguenza, la maggior esposizione al rischio di maltrattamento infantile, in contesti segnati da fragilità economica e socioculturale, criminalità minorile, dispersione scolastica e carenza di spazi educativi e di aggregazione. Le strutture, che offrono attività di sostegno psicologico, ascolto, supporto alla genitorialità, laboratori sportivi, psicomotori, artistico-espressivi e proposte educative, si trovano a Napoli, a Bari e a Siracusa, in quartieri particolarmente esposti al rischio di maltrattamento infantile.
Per sostenere il Programma Case del Sorriso e i progetti sull’infanzia Cesvi ha lanciato una campagna fino al 14 dicembre 2025: si può donare al numero solidale 45582 inviando un Sms o con chiamata da rete fissa. Informazioni: www.cesvi.org
(Foto: la Casa del Sorriso di Bari)



