Correre per la pace, ricordando una pagina di guerra. Si è svolta nei giorni scorsi, a Ortona (Chieti, Abruzzo) la terza edizione di “Ortona Challenge. Di corsa nella storia”, una manifestazione podistica dal forte valore solidale e inclusivo. Quest’anno l’evento ha avuto un sapore e un significato molto speciali. Infatti, ottant’anni fa, tra il novembre e il dicembre del 1943, nella cittadina abruzzese si combatté una delle più cruente battaglie del fronte italiano della Seconda Guerra Mondiale. Estremità orientale della Linea Gustav, Ortona fu teatro di violentissimi scontri tra le forze alleate e le truppe germaniche. Ne uscì quasi completamente distrutta e il prezzo in termini di vite umane fu enorme: morirono circa 1.600 civili, 1.400 soldati canadesi e 800 tedeschi. Fu una battaglia combattuta strada per strada, casa per casa. Perfino Wiston Churchill parlò di Ortona come della “Stalingrado d’Italia”.

A distanza di ottant’anni, la corsa ha riallacciato i legami con questa pagina di storia, unendo memoria e futuro, rievocazione e speranza. Vi hanno partecipato oltre 400 podisti (atleti, ma anche amatori e persone con disabilità), in un clima di amicizia e di festa. Per l’occasione, sono arrivati in Abruzzo anche 18 poliziotti canadesi dell'Edmonton Police Service Band Pipes and Drums, che hanno reso onore ai concittadini caduti, ma anche allietato, con la loro musica, la competizione sportiva, alternandosi a sbandieratori e musici “I Farnese” della città di Ortona. L’evento è stato organizzato dalle associazioni Ortona for Runners e Crossroads.

 



Tra i tanti, a sfilare lungo vie e vicoli, c’era un corridore molto speciale. Nel 1943 Tommaso Caraceni (divenuto poi un celebre neurologo) aveva 12 anni. Ancora oggi ricorda con straordinaria vividezza i giorni della battaglia: le famiglie sfollate, le lunghe file di uomini, donne, bambini, carretti, mentre ciascuno cercava di portare con sé quei pochi averi che riusciva a mettere insieme. E i bombardamenti, la paura, i ripari di fortuna: tutte scene poi tristemente viste e riviste in tante altre guerre, comprese quelle che attualmente insanguinano Europa e Medio Oriente. Ecco allora l’importanza del fare memoria.

«Dobbiamo unirci per lanciare un messaggio universale, che vada oltre la città di Ortona e il popolo canadese» ha sottolineato Leo Castiglione, sindaco di Ortona. «Un messaggio che sia una testimonianza concreta di unità e di pace. In questo momento di guerre dilaganti, ne abbiamo, come non mai, bisogno» ha aggiunto Camillo Della Nebbia, uno degli ideatori e organizzatori dell’evento. E le rievocazioni proseguiranno l’11 novembre, al cimitero canadese “Moro River”, sulla collina di Ortona, per il Remembrance Day, il giorno dedicato ai caduti del Commonwealth della Prima e Seconda Guerra Mondiale.