Un punto di vista inedito della crisi. È quello proposto dalla fondazione provinciale della Comunità comasca che ha scelto di aiutare tutte le realtà non profit del territorio a lavorare nella stessa direzione per una nuova cultura della solidarietà. Come va di moda dire di questi tempi, è giunta l'ora di fare Rete. Ma la caratteristica di questo progetto sta nell'approccio: "Famigliamoci" si propone come il primo tentativo a livello nazionale di costruzione di un gruppo di enti che operano nel terzo settore a diverso titolo condividendo un obiettivo e, soprattutto, mettendo in comune competenze e tessuto di relazioni per realizzare un unico progetto a livello provinciale a sostegno delle famiglie in difficoltà. «Si tratta di una straordinaria opportunità - sottolinea Stefano Mangiacotti, del network Cometa - per tutto il territorio lariano e non solo. Il progetto per noi è stata l'occasione di contribuire alla promozione della cutura del dono all'interno della società, ma soprattutto del presente dei suoi figli e delle sue famiglie».
Per Luca Giancola, della Piccola Casa Federico Ozanam, "Famigliamoci" è l'occasione di superare la dominante visione individualistica dei problemi della famiglia: «Dobbiamo abbandonare il singolo interesse, del singolo cittadino e del singolo ente, per lavorare tutti insieme così da salvare i nuclei familiari dalla dilagante solitudine sociale». Diverse le strade possibili da percorrere, tutte egualmente valide e possibili: dalla diffusione dell'housing sociale, per dare alloggio alla famiglie in difficoltà, alla promozione di percorsi di accoglienza a favore di chi è rimasto senza casa, passando dalla spinta a un dialogo ormai indispensabile tra mondo del lavoro e realtà emarginate. «Da soli - riprende Giancola - non ce la facciamo, non più. Storiche congregazioni religiose, associazioni di volontariato con esperienza decennale, importanti enti di solidarietà sociale si sono trovati "costretti" a guardarsi in faccia allo stesso tavolo, dopo anni di percorsi individuali caratterizzati da successi "personali"».
Un anno di lavoro ha portato alla prima piattaforma di raccolta fondi condivisa da tutte le associazioni aderenti. È finito il tempo in cui ci si poteva nascondere: «La fondazione ha creduto e investito nel potenziale degli enti non profit della provincia - prosegue Mangiacotti - con l'obiettivo di sostenerli e accompagnarli, valorizzando il lavoro da loro svolto quotidianamente e spronandoli a mostrarsi con coraggio alla comunità, perché si renda corresponsabile della risposta ai bisogni emergenti». Esempio simbolico di questa condivisione di intenti e strumenti, il centro diurno che accolgie ogni giorno un centinaio di bambini e ragazzi: «Con noi si sono sentiti coinvolti nel progetto e attraverso azioni semplici e a volte avventurose anche noi abbiamo preso maggior coscienza del valore che quel luogo ha per loro e della fatica necessaria per mantenerlo vivo».
Per Luca Giancola, della Piccola Casa Federico Ozanam, "Famigliamoci" è l'occasione di superare la dominante visione individualistica dei problemi della famiglia: «Dobbiamo abbandonare il singolo interesse, del singolo cittadino e del singolo ente, per lavorare tutti insieme così da salvare i nuclei familiari dalla dilagante solitudine sociale». Diverse le strade possibili da percorrere, tutte egualmente valide e possibili: dalla diffusione dell'housing sociale, per dare alloggio alla famiglie in difficoltà, alla promozione di percorsi di accoglienza a favore di chi è rimasto senza casa, passando dalla spinta a un dialogo ormai indispensabile tra mondo del lavoro e realtà emarginate. «Da soli - riprende Giancola - non ce la facciamo, non più. Storiche congregazioni religiose, associazioni di volontariato con esperienza decennale, importanti enti di solidarietà sociale si sono trovati "costretti" a guardarsi in faccia allo stesso tavolo, dopo anni di percorsi individuali caratterizzati da successi "personali"».
«In una realtà che vive permeata dalla cultura degli alibi - chiude Samuele Robbioni del Centro servizi alla famiglia La grande corte - credo che il progetto "Famigliamoci" rappresenti un'assunzione di responsabilità civile da prendere come modello di riferimento. Parliamo spesso del futuro dei giovani e delle loro famiglie correndo il grande rischio di dimenticarci di costruire con loro un presente significativo».
Per maggiori informazioni e scoprire tutto delle realtà coinvolte consultare il sito internet www.famigliamoci.it


