Il 16 ottobre è la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, un tema che negli anni si è ampliato: non riguarda più solo il discorso relativo alla disponibilità e al prezzo del cibo, ma anche il bisogno di dare la giusta rilevanza al'aspetto sociale. L’indagine “Il malessere invisibile di non poter scegliere. Secondo rapporto su adolescenti e povertà alimentare in Italia”, realizzata da ActionAid insieme all’Università degli Studi di Milano e Percorsi di Secondo Welfare nell’ambito del progetto DisPARI, ci mostra una panoramica della relazione tra teenagers e povertà alimentare. Sono state raccolte numerose testimonianze e pensieri di ragazzi e ragazze di Milano, Roma e Napoli per comprendere a fondo il rapporto tra la Generazione Z e l’indigenza alimentare. Ne è emerso che questa piaga si traduce in esclusione sociale e rinuncia a momenti conviviali per vergogna. Ci sono ragazzi che evitano i pasti in compagnia per “non pensare”, altri utilizzano la scusa di non avere fame per lasciare cibo ai fratelli e c’è anche chi racconta di sperare in un futuro migliore rispetto a quella che è stata la sua adolescenza.

Un problema ben presente e disagiante come evidenzia Monica Palladino: “Quando si rinuncia a una pizza con gli amici o si evita un invito per vergogna di dover ammettere che non si può, non è solo una rinuncia ma una frattura nella socialità, che può lasciare segni sulla dignità e sul benessere psicologico di ragazzi e ragazze”.

Per supportare concretamente i ragazzi non ci si può limitare a distribuire alimenti, ma bisogna rendere partecipi scuole, famiglie e comunità per restituirgli un ruolo attivo. L’aiuto alimentare per come lo conosciamo noi è essenziale, ma rischia di essere obsoleto poiché cristallizza le disuguaglianze. La vera innovazione consiste nel trasformare questa sfida in opportunità e inclusione, attraverso interventi mirati che agiscano sulle diverse dimensioni della povertà alimentare – che va oltre la grave deprivazione – e promuovano il benessere. L'imbarazzo pesa più della fame.

Un'indagine nazionale condotta con Webboh Lab rivela che la povertà alimentare è una realtà vicina e quotidiana per i giovani: quasi 3 adolescenti su 10 percepiscono che nella propria zona qualcuno non mangia a sufficienza, e il 73% ritiene che in Italia manchino pari opportunità per un'alimentazione sana. Il problema della povertà alimentare non è solo economico: la vergogna e lo stigma sociale, spesso più gravosi del bisogno stesso, allontanano i ragazzi dai momenti sociali legati al cibo. I social media amplificano ulteriormente queste pressioni: il 41% si sente spinto all'acquisto di cibi pubblicizzati, e il 35% prova disagio nel confrontarsi con ciò che gli altri mangiano online.