Dalla sua apertura a febbraio, oltre cinque mila persone sono state aiutate alla sala di attesa solidale “Spazio 11”, a Trieste. Un progetto nato con una sola proposta: aiutare. La collaborazione tra Caritas diocesana di Trieste, associazione Donk Humanitarian Medicine odv e dell’UNHCR - Agenzia Onu per i Rifugiati, ha dato vita ad un luogo che fa dell’accoglienza e la cura la sua virtù principale. Un posto dove le persone senza una dimora, migranti e rifugiate, che altrimenti starebbero in strada, possano trovare un letto comodo su cui dormire, poltrone per riposarsi, delle bevande calde, ma anche assistenza sanitaria e informazioni legali.

I numeri raccontano una realtà che va ben oltre l’emergenza momentanea. Quello che era nato come un esperimento di accoglienza in Via Udine 11 si è trasformato in un osservatorio strutturale sulle marginalità. Se a febbraio, mese di apertura, si registravano in media 31 accessi a notte, a novembre le richieste sono quadruplicate, arrivando a una media di 124 persone ogni sera.

“Spazio 11” si rivela una finestra sul mondo: vi hanno transitato persone provenienti da 50 paesi diversi, con una prevalenza da Afghanistan, Pakistan e Nepal. Tuttavia, sarebbe un errore considerarlo un luogo solo per chi è in transito sulla Rotta Balcanica. Tra le poltrone della sala d’attesa trovano rifugio anche le povertà “nostrane”: 35 cittadini italiani senza dimora e diversi cittadini europei stanziali che, scivolati fuori dalle reti del welfare, hanno trovato qui un’alternativa alla strada.

La sala d'attesa per le famiglie all'interno di Spazio 11

Come sottolineato durante la conferenza stampa dal Vescovo di Trieste, Monsignor Enrico Trevisi, i flussi migratori e le marginalità non sono più un’emergenza improvvisa, ma un dato strutturale di una città di frontiera. Spazio 11, sostenuto da fondi privati (tra cui Fondazione CRTrieste e IKEA Villesse) e dall’8x1000, non gode di sovvenzioni pubbliche, ma rappresenta un bene per tutta la città: sottrae le persone vulnerabili alla criminalità e restituisce dignità. L'appello finale è rivolto a tutti i cittadini: ognuno può contribuire a questo tessuto solidale, sostenendo le iniziative o diventando volontario, per rispondere alla richiesta di umanità che arriva tanto da chi passa, quanto da chi resta.