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Paolo Maiandi e il figlio Stefano (nella foto di copertina) dedicano tempo e passione da anni a SOS Milano, un servizio di pubblica assistenza che tra le tante attività ha anche quella di primo soccorso con l’ambulanza. Domenica 10 aprile hanno regalato la loro presenza fondamentale alle Trotteriadi, la gara di corsa non competitiva della scuola Casa del Sole di Milano che proprio quest’anno compie 100 anni. Un momento di festa comunitario alla presenza di 500 bambini e dei loro genitori, nonni, zii e fratelli organizzato dal Comitato Genitori. Una giornata di sole e di gioia, resa possibile anche grazie alla loro generosità.
Da quanti anni siete impegnati in sos milano?
PAOLO: «Quest’anno sono 47 anni che sono volontario in SOS Milano e da 2 sono il Presidente».
STEFANO: «Sono entrato nel 22esimo anno di volontariato in SOS Milano e dal 2006 mi occupo di formazione dei soccorritori».
Perché avete scelto di farne parte?
PAOLO: «All’inizio degli anni 70 mi ero avvicinato al mondo del soccorso insieme ad alcuni conoscenti ma nel 1975, insieme a Pino Rivolta e a un gruppo di amici , abbiamo sentito la necessità di ampliare il significato dell’attività di volontariato con la fondazione di una Pubblica Assistenza, aggiungendo al normale servizio di ambulanza altri servizi a carattere assistenziale, che vengono offerti alla cittadinanza ancora oggi. E cosi è nata SOS Milano».
STEFANO: «Sono cresciuto in mezzo alle ambulanze ed è stato inevitabile che, alla maggiore età, abbia deciso di vestire anch’io la stessa divisa che vedevo indosso a mio papà».
Che tipo di impegno è?
«SOS Milano è composta da 8 squadre che si alternano ogni 8 giorni dalle ore 18.30 alle 7.00 del giorno successivo per 365 giorni all’anno. Il sabato, la domenica e i festivi le squadre si alternano per garantire la continuità dei servizi offerti alla cittadinanza 24/24h. Oltre alle 8 squadre c’è una squadra di volontari diurni che supporta, insieme al personale dipendente di SOS Milano, tutte le attività negli orario diurni feriali dalle ore 7.00 alle ore 18.30. Ogni volontario, che sceglie di prestare servizio a bordo dei mezzi di emergenza, viene assegnato ad una delle 8 squadre».


Che soddisfazione dà aiutare gli altri?
«Noi facciamo un tipo di volontariato particolare: entriamo in casa delle persone improvvisamente e in un momento di estrema vulnerabilità. Questo spesso ti porta a contatto con paure, intimità, fragilità, litigi e difficoltà che normalmente una persona non ha il piacere di condividere con gli altri. Sai che in quel momento le persone si affidano completamente e questo ti da una responsabilità molto grande. Sapere di poter dare il massimo, a volte anche in termini di sopravvivenza, è la soddisfazione più grande. I “grazie” però fanno sempre piacere».
Per i 100 anni del Trotter avete deciso di regalare questo servizio alla scuola sapendo che i soldi destinati al servizio appunto andranno ai bambini e alle bambine per le attività. Perché?
«SOS Milano è una organizzazione di volontariato nata per portare aiuto dove serve e per diffondere la cultura del soccorso: sostenere le attività dei bambini, che sono il nostro futuro, è per noi fonte di grande orgoglio».
Papà Paolo, come “si educa” al volontariato?
«Le dinamiche sociali ci hanno forse disabituato ad aiutare volontariamente e gratuitamente chi ha bisogno. Le grandi risorse che si donano agli altri in SOS Milano sono il tempo, l’impegno e una grande motivazione: tutte e tre devono necessariamente coesistere sempre. Sarebbe bello poter dedicare già dalle scuole elementari alcuni momenti di sensibilizzazione perché aiutare gli altri è prima di tutto una crescita personale».
Stefano, che modello è per te papà?
«SOS Milano è un grande collante tra me e papà: quando siamo parte dello stesso equipaggio si instaura una fiducia diversa e più profonda di quella che normalmente c’è tra padre e figlio. Papà è un vulcano sempre pronto a mettersi in gioco con grande umiltà e impegno che sono gli stessi valori che vorrei trasmettere al mio figlio Nicolò di 6 anni che è già grande appassionato di ambulanze».



