Il quadro del lavoro straniero in Italia dice che l'86,7 degli immigrati occupati sono dipendenti, giovani, inquadrati come operai (87,1%) dalla bassa qualifica professionale, nel settore terziario (51,5%) e in aziende di piccola dimensione (il 54,6% lavora in imprese con meno di 10 persone). Nel quarto trimestre 2011 è risultato che un dipendente straniero si ritrova in busta paga 973 euro netti: meglio di chi è impiegato nel settore dei servizi alla persona (717 euro), ma peggio di chi si è riuscito a sistemare nel settore dei trasporti (1.257 euro). Gli stranieri dichiarano mediamente 7mila euro in meno rispetto agli italiani per un totale annuo di 12.481 euro: va detto che gli stranieri godono, più degli italiani, di detrazioni fiscali soprattutto perché i loro redditi sono inferiori. Un altro dato è interessante: solo il 13,8% delle famiglie straniere ha una casa di proprietà. Questo significa che molti di loro pagano l'affitto e, alla resa dei conti, nel bilancio familiare si trovano in pareggio tra consumi ed entrate senza riuscire a mettere via dei risparmi adeguati alle aspettative.
«Nonostante il periodo di crisi” - ha affermato il Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM, José Angel Oropeza - nessuno può negare il contributo che gli immigrati hanno dato e danno all’Italia e allo sviluppo del Paese. D’altronde la migrazione è un fenomeno epocale che riguarda tutto il mondo e di fronte al quale è necessario che i governi scelgano cosa fare: adottare una politica di chiusura o, come suggeriamo noi, promuovere invece una politica di apertura, riconoscendo il ruolo delle migrazioni come parte integrante dell’economia mondiale e i migranti come componenti essenziali per la piena ripresa dalla crisi economica contemporanea». In allegato le tabelle che spiegano il quadro generale dell'economia dell'immigrazione in Italia.


