Tra i tanti militari impegnati nella missione, c'era anche il capitano di fregata Ilio Guarriera, napoletano. Alla vigilia del 2 giugno, lo abbiamo incontrato a bordo della portaerei e gli abbiamo chiesto di raccontarci alcuni momenti della missione ad Haiti.
«Il primo impatto dopo il nostro arrivo ad Haiti fu tremendo. Ci trovammo di fronte alla devastazione del terremoto, ma ci rendemmo subito conto che quel territorio era già martoriato da prima, soprattutto a causa della malasanità e della povertà. Era stridente il contrasto fra le due metà dell'isola: la Repubblica Dominicana un paradiso per le vacanze, Haiti invece tutto un altro mondo di miseria e sofferenza. Una delle richieste più pressanti riguardava l'acqua potabile. Ce la chiedevano soprattutto i bambini. la nave portaerei Cavour è attrezzata per ricavare acqua potabile dall'acqua marina e così ne abbiamo trasportati ettolitri a terra, grazie agli elicotteri».
Quella volta ad Haiti, con la portaerei Cavour
31 maggio 2013 • 22:00
Rischia, immeritatamente, di finire nel mucchio delle cose dimenticate troppo in fretta. Fra le missioni di pace realizzate dalle nostre Forze armate occupa un posto speciale l'operazione “White Crane”, compiuta dopo il devastante terremoto che colpì Haiti il 12 gennaio 2010. Il Governo italiano decise di mandare sul posto la portaerei Cavour, che allora era stato appena consegnato alla Marina. Preparata e attrezzata in soli quattro giorni, la nave raggiunse Haiti dopo dieci giorni di navigazione, con a bordo 12 mila chili di generi alimentari, 36 mila litri di acqua potabile e 176 tonnellate di medicinali. Nello spazio di quattro mesi l'ospedale di bordo fornì oltre 300 prestazioni mediche. La Cavour rientrò in Italia in aprile.


