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Ragazzi che avrebbero diritto ai loro sogni come ogni altro coetaneo del mondo, e che invece si trovano a lottare quotidianamente per sopravvivere e a non finire nella rete dello sfruttamento. In Siria, dove la guerra imperversa da 13 anni, l’emergenza umanitaria è drammatica e un’intera generazione è a rischio.
Nel Paese mancano i servizi di base come l'istruzione, la salute e il cibo. Si stima che 12 milioni di siriani siano scappati dalle loro case in cerca di sicurezza, e che dei 5 milioni di rifugiatisi nei Paesi vicini - dalla Turchia al Libano passando per Giordania, Iraq ed Egitto - oltre il 47% siano bambini. «In questi 13 anni i bambini siriani nati in esilio sono diventati adolescenti e persino adulti. È un’intera generazione che ogni giorno vede le speranze in un futuro migliore infrangersi contro una realtà troppo dura», dice Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.
La situazione è oltremodo preoccupante. Le autorità locali non riescono a rispondere alle esigenze della popolazione, dovendo anche fare i conti con l'inflazione, l'aumento dei prezzi di cibo e carburante e la svalutazione della moneta. Così oggi il 90% dei siriani vive al di sotto della soglia di povertà e in 16.7 milioni necessitano di aiuti umanitari.
E nonostante il quadro sia aggravato anche dagli effetti della guerra fra Israele e Hamas, i finanziamenti per gli aiuti internazionali diminuiscono. Per questo l’Unhcr lancia la campagna #Siria13anni. L’Agenzia Onu per i Rifugiati ha calcolato che per garantire le operazioni umanitarie nel 2024 serviranno 1 miliardo e 490 milioni di dollari. Sul sito www.unhcr.it sono elencate le modalità per sostenere la campagna e aiutare i giovani e i giovanissimi siriani a riappropriarsi dei loro diritti fondamentali.
(Foto Reuters in alto: bambini siriani a Tadef, nel Nord del Paese)



