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Stamattina ad accogliere le famiglie siriane, che sono arrivate da Beirut con un volo di linea Alitalia, c'era il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, il presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Luca Maria Negro, la responsabile dell’ufficio Otto per mille della Tavola Valdese, Susanna Pietra, la responsabile dei servizi ai migranti della Comunità di Sant’Egidio, Daniela Pompei, il viceministro degli Esteri, Mario Giro e il sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione.
«Esiste una simpatia della società italiana nei confronti della Siria», spiega Andrea Riccardi. «In un anno di lavoro, che ha permesso di fare arrivare in Italia un significativo numero di profughi in sicurezza favorendone l’integrazione abbiamo compreso il desiderio di tanti cittadini di accogliere. L’Europa non è condannata ad affrontare l’immigrazione con la paura o la demagogia. E i muri sono solo dei palliativi. Lo dimostra il fatto che altri Paesi europei sono prossimi ad aprire nuovi corridoi umanitari: la Francia dovrebbe farlo entro il mese di marzo».
«Quello che sembrava un sogno è divenuto realtà e compie oggi un anno», ha osservato Luca Maria Negro, ringraziando quanti in Italia stanno lavorando per l’integrazione.


Come per i precedenti arrivi, anche stavolta le nuove famiglie siriane verranno accolte da comunità, parrocchie, associazioni e famiglie in diverse regioni italiane, tra cui per la prima volta anche la Sardegna, nell’isola della Maddalena. Sono infatti 68 i comuni, in 17 regioni d’Italia, che hanno offerto ospitalità ai profughi arrivati.
Tra le persone presenti c'era anche il Presidente del Consiglio Comunale di Gioiosa Ionica Maurizio Zavaglia, giunto ad accogliere una famiglia di siriani che ospiterà nel comune di Riace e sarà successivamente inserita nel settore del lavoro agricolo.
Gli altri 300 profughi arriveranno entro la fine dell’anno, mentre 500, in gran parte eritrei, somali e sud-sudanesi, giungeranno dall’Etiopia grazie ad un altro accordo con lo Stato italiano, promosso sempre dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Conferenza episcopale italiana.



