Un traguardo di dignità per le persone ammalate di Sla
Il Notariato ha ammesso come strumento di contrattazione il comunicatore a puntamento oculare. Questo rende quindi possibile l'espressione delle proprie volontà da parte della persona ammalata senza intermediari.
Un traguardo di dignità per le persone ammalate di Sla (e non solo) è stato raggiunto. Grazie ad un'interpretazione evolutiva della legge notarile che riconosce la “comunicazione non verbale” e rende quindi possibile l'espressione delle proprie volontà da parte della persona ammalata senza intermediari, il Notariato – nell'ambito del 50° Congresso Nazionale tenutosi a Milano – ha di fatto ammesso come strumento di contrattazione il comunicatore a puntamento oculare: questo dispositivo, che si basa sulla tecnica dell'eye-tracking (applicata per la prima volta nel marketing), da qualche anno è dedicato all'ausilio di persone con difficoltà di parola e mobilità. Uno strumento versatile che può essere appoggiato su un tavolo, ancorato a una carrozzina o posizionato su stativo da letto.
Ma veniamo alla questione giuridica: «La legge notarile, che risale al 1913, prevedeva l'impiego di un interprete per permettere alle persone ammalate non in grado di esprimersi verbalmente di essere soggetti nella contrattazione giuridica», spiega Domenico Cambareri, consigliere nazionale del Notariato, «nel caso delle persone affette da Sla, però, questa metodologia non è praticabile: oltre al costo dell'interprete, si determina, infatti, una lesione della dignità della persona, che pur non essendo in grado di parlare conserva tuttavia intatta la propria capacità di intendere e di volere».
Ad aprire la strada a questa nuova modalità di contrattazione sono state due sentenze della magistratura milanese che hanno fatto proprio il concetto della “comunicazione non verbale”: «L'utilizzo di questo supporto giurisprudenziale», conclude Cambareri, «consente di evitare il passaggio a una nuova legge. Da qui in poi, quindi, auspichiamo che la stragrande maggioranza dei notai operi secondo le nuove indicazioni».
Per Alberto Fontana di Aisla, Associazione che da oltre trent'anni si prende cura dei malati e delle loro famiglie, questo importante traguardo ha un significato ancora più forte: «Si tratta di un riconoscimento del valore della persona a prescindere dalla malattia, un modo per andare incontro a quel fortissimo desiderio di vita che queste persone hanno, dando loro la possibilità di riaffermare le proprie azioni e la propria dignità a partire proprio da quel desiderio. È un messaggio forte anche sotto il profilo culturale».
Per mostrare “in diretta” il funzionamento del comunicatore a puntamento oculare è giunta a Milano dal Friuli Venezia Giulia Nadia Narduzzi, vicepresidente di Aisla Fvg, che ha simulato, per i 1.500 notai presenti in platea, una vera e propria stipula di un atto notarile: «Il risultato è stato evidente per tutti», racconta Nadia con emozione, «e ho così dimostrato che siamo noi a comunicare le nostre volontà espresse direttamente davanti al notaio, senza bisogno di interpreti o terzi». «L'attenzione e il silenzio della platea», prosegue, «faceva sentire il mio click su ogni lettera e l'applauso finale ha confermato che il messaggio è stato colto nella sua totalità».