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Sempre più green, sempre più smart, sempre più diversity friendly: le aziende del futuro rispondono così alla chiamata della sostenibilità. E anche se per alcune si tratta di mera inclusività di facciata, per la maggior parte di esse è una questione di principio: una cultura aziendale sana deve basarsi sui valori dell’equità e del rispetto delle diversità.
Un passo significativo in questa direzione è stato mosso martedì 5 marzo nella Sala Belvedere di Palazzo Lombardia, a Milano, quando è stata presentata la nuova prassi di riferimento UNI/PdR 159:2024, “Lavoro inclusivo delle persone con disabilità”, che fornisce alle imprese strumenti preziosi per rendere il luogo di lavoro un posto su misura per tutti.
«Questa misura offre un contributo fondamentale alla diffusione di una vera cultura dell’inclusione all’interno delle aziende, permettendo di valorizzare le competenze e le diversità di ogni individuo», ha commentato Simona Tironi, assessore all’Istruzione, formazione e lavoro di Regione Lombardia. «Sosteniamo con convinzione l’importanza di creare ambienti di lavoro inclusivi, in cui ogni persona possa contribuire al successo dell’organizzazione e alla piena realizzazione di sé».
La prassi, redatta dall’UNI e promossa da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, prevede infatti una formazione adeguata e specifica per il personale e un supporto finanziario a ciascuna impresa aderente. L’incentivo economico, che verrà erogato grazie a un bando in uscita nel mese di aprile 2024, servirà alle aziende per mettere in pratica le indicazioni descritte nel documento: l’adeguatezza delle postazioni di lavoro, l’assenza di barriere architettoniche, senso-percettive e digitali, la collaborazione con gli enti territoriali per l’inserimento lavorativo, la gestione flessibile dell’orario e dei ritmi di lavoro, la presenza nell’organizzazione di un piano strategico di inclusione, la definizione di momenti di condivisione e la presenza di figure specializzate come il Disability manager o il Diversity manager. Al termine delle operazioni, una check-list di controllo verificherà la corretta applicazione di tutte le procedure.
«Da anni all’interno di Unioncamere Lombardia ci adoperiamo per la reale integrazione dei nostri colleghi con disabilità all’interno dei processi aziendali» ha aggiunto il presidente Gian Domenico Auricchio. «Questo ha richiesto investimenti in tecnologia, organizzazione e formazione al fine di supportarli con il corretto mindset: un percorso, questo, che è perfettamente in linea con la prassi di riferimento e che ha condotto a una integrazione effettiva di cui beneficia tutto il team».
Che la normazione sia quanto mai necessaria, d’altronde, lo dimostrano ampiamente i dati (ne avevamo parlato anche in questo articolo): su un totale di 3 milioni di persone con gravi limitazioni, solo il 32,5% di esse (di età compresa fra i 15 e i 64 anni) è impiegato, a fronte del 58,9% degli individui senza disabilità; un divario non da poco, se a questo si aggiunge che la percentuale dei disabili in cerca di occupazione (20%) è molto più alta rispetto a quella della popolazione senza limitazioni (11,3%).
«Le persone, primo soggetto delle “3P” della sostenibilità, insieme a pianeta e prosperità, sono al centro di una particolare attenzione della normazione», ha concluso il presidente UNI Giuseppe Rossi. «È importante garantire la loro sicurezza, la loro salute e il loro benessere, ma soprattutto è fondamentale assicurare la loro vera e concreta inclusione nel mondo del lavoro».
Il lancio della prassi di riferimento (consultabile qui) segna l’inizio di una serie di iniziative che si svilupperanno nei prossimi mesi attraverso tavoli tecnici ed eventi territoriali, a suggello dell’impegno della Lombardia verso una società più equa e inclusiva.
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