La precisazione del portavoce vaticano Matteo Bruni dopo l’intervista del Papa alla Radio Televisione Svizzera: «Il Papa usa il termine bandiera bianca per indicare con essa la cessazione delle ostilità, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato». La replica di Kiev: «Durante la Seconda guerra mondiale nesusno ha parlato seriamente dei negoziati di pace con Hitler e di bandiera bianca per soddisfarlo. Dobbiamo uccidere il Dragone». Mosca: «Il Papa parla all’Occidente. Tutti sanno che l’Ucraina è in un vicolo cieco»
Prosegue l'azione diplomatica voluta da papa Francesco per far tacere le armi in Ucraina. Il cardinale arcivescovo di Bologna, presidente della Conferenza episcopale italiana ed inviato speciale del Santo Padre, vola in Cina dopo esser stato a Kiev (5-6 giugno), Mosca (28-29 giugno) e Washington (17-19 luglio).
«Un canale di dialogo è stato aperto e c'è la disponibilità a continuare il cammino e questo non era scontato», dice il vescovo di Mosca Paolo Pezzi. La Santa Sede: «I risultati della visita saranno portati alla conoscenza del Santo Padre, in vista di ulteriori passi da compiere, sia a livello umanitario che nella ricerca di percorsi per la pace»
Il “ministro degli esteri” vaticano mons. Richard Gallagher: «Il Pontefice tiene sempre presente questo invito ma vorrebbe compiere questa visita al momento opportuno e non sembra che sia questo. In questo frangente le ambizioni delle parti in guerra non sono per una iniziativa di pace»
La nota della Santa Sede dopo le polemiche sorte negli ultimi giorni circa le parole di Francesco: non devono esserci dubbi sulla «chiara e univoca» condanna verso «la guerra di ampie dimensioni in Ucraina iniziata dalla Federazione Russa» che è «moralmente ingiusta, inaccettabile, barbara, insensata, ripugnante e sacrilega»
Il Nunzio apostolico in Ucraina monsignor Kulbokas: «Senza un minimo di tregua sarebbe rischioso per il Pontefice e per i fedeli. Non è immaginabile un viaggio di Francesco segreto o clandestino. Attraverso i canali diplomatici ho chiesto a Mosca di tutelare i più fragili»
"Nella drammaticità di questo tempo, l'Ucraina ha riunito il mondo nella preghiera e nelle opere di carità", dice monsignor Vitalii Kryvytskiyi, che guida la diocesi romano-cattolica di Kiev-Zhytomyr. "Sentiamo la vicinanza di papa Francesco. E ringrazio l'Italia per il grande sostegno che ci sta dando"
Dopo dieci giorni di scontri, la Russia annuncia un temporaneo cessate il fuoco per permettere corridoi umanitari a Mariupol e Volnovakha, due città del sud-est assediate dalle truppe di Mosca. Più di 1,3 milioni di ucraini hanno già lasciato il loro Paese. Lunedì Consiglio di sicurezza Onu straordinario per affrontare l'emergenza umanitaria
Russia e Ucraina, nel secondo round di colloqui, hanno raggiunto un accordo sulla creazione di un cessate il fuoco circoscritto. In realtà, in molte zone si continua a combattere. Pare imminente uno sbarco a Odessa. Putin minaccia: "Non torno indietro, combattiamo l'anti Russia". La città di Borodyanka quasi rasa al suolo
La veglia di preghiera nel Santuario della Madonna delle Lacrime. L'arcivescovo: «A Maria chiediamo di aiutarci a rispondere alla violenza, al conflitto e alla guerra, con la forza del dialogo, della riconciliazione e dell’amore»
Una colonna militare lunga 65 chilometri si dirige verso la capitale dell'Ucraina. Vittime civili a Kharkiv, ancora sotto le bombe. Draghi al Senato:“l'eroica resistenza del popolo ucraino, del suo presidente Zelensky, ci mettono davanti una nuova realtà e ci obbligano a compiere scelte fino a pochi mesi fa impensabili”.
Al termine del summit "Mediterraneo, frontiera di pace", che ha visto riuniti circa 60 vescovi e 60 sindaci giunti dai Paesi che s'affacciano sul tribolato Mare nostro, Dario Nardella riflette sulla crisi nell'Europa dell'Est. Senza perdere di vista quanto si può e si deve fare anche nel Sud del mondo. Nel segno di Giorgio La Pira. E sulla presenza di Minniti: «Non spetta a me giudicarlo»
I salesiani sono impegnati in prima linea nel portare in salvo le persone dai bombardamenti. A Leopoli la casa famiglia dei Figli di don Bosco ospiterà tanti altri bambini provenienti dagli orfanatrofi dell'Ucraina orientale. "Stiamo al fianco della gente fino all'ultimo momento", dice il superiore provinciale don Mykhaylo Chaban
Crescono le proteste contro la guerra in Russia. Se la guerra non è lampo, dice il politologo, l'opinione pubblica non seguirà più il leader del Cremlino e l'Occidente potrà rafforzare le sue democrazie: che sono la vera posta in gioco
La Russia stringe la sua morsa sull’Ucraina. Ormai si combatte nella capitale. "Questa mattina difendiamo il nostro Stato da soli", lamenta in un appello il presidente ucraino Zelensky.
Monsignor Vitalii Kryvytskyi ringrazia papa Francesco per le sue preghiere in favore della pace. E sottolinea: "Una parte delle notizie sulla situazione qui non è veritiera e provoca danni al Paese". Un appello rivolto a politici e giornalisti: "Ricordatevi che le parole hanno un peso"
Siamo andati all'istituto scolastico nel quartiere periferico di Darnytsa, accanto alla Casa dei salesiani. «Tutti gli allievi fanno esercitazioni periodiche per imparare le tecniche di sopravvivenza», spiega la direttrice Nataliya Shenlavska, «ma sono attività ordinarie, non legate alla situazione politica. E io ho fiducia che del bunker non avremo mai bisogno»
Siamo andati a Zhytomyr, città a ovest di Kiev, a 150 km dal confine con la Bielorussia. Per raccontare il timore della guerra e le speranze della gente. La vita quotidiana e i piccoli e grandi progetti, come quello della scuola ucraino-italiana gestita dai Figli di don Bosco e nata nel 1994 grazie a un parroco di Reggio Emilia, don Giuseppe Dossetti
La Giornata mondiale promossa dal Papa per evitare una nuova guerra in Europa vista e raccontata tra i giovani e i sacerdoti che da 310 giorni, da quanto cioè la crisi con Mosca si è riacutizzata, ogni giorno si ritrovano per pregare. Nel nome del Vangelo. Di don Bosco. E sotto la protezione di Maria Ausiliatrice.
La pediatra Carolina Casini è volata a Kiev per riportare in Italia la bimba nata da una madre surrogata e rifiutata da una coppia italiana dopo averla legalmente riconosciuta: «Provo tanta rabbia»
Sabato 15 dicembre, nella cattedrale di Santa Sofia, si celebra il primo Sinodo unito della Chiesa autocefala ucraina, alla quale Istanbul e il Patriarca Bartolomeo guardano con favore. Cresce l'irritazione della Chiesa ortodossa russa, che fin qui ha esercitato una forte influenza.
Del Paese e della guerra che l’ha lacerato non si parla più. Nemmeno dei 580 mila bambini a rischio che vivono nelle aree sotto il controllo dei separatisti da Kiev o comunque vicino alle linee del fronte. Secondo l’agenzia Onu per l’infanzia, almeno 200 mila di loro hanno bisogno di supporto psicologico, poiché le loro vite sono segnate da due anni di violenze, bombardamenti e paura.
Il Papa chiede di pregare e di dialogare per uscire dal conflitto. E, sulla lettura del Vangelo id oggi ammonisce: bisogna pensare a chi non ha cibo, acqua, vestiti, casa, salute, lavoro.
A Kiev e in altre città continuano le proteste contro il Governo di Yanukovich e gli scontri violenti tra forze dell'ordine e opposizione. Sotto lo sguardo della poco tempestiva Unione europea.