Con l’allerta terrorismo alle stelle dopo gli attacchi che hanno messo in ginocchio Bruxelles, padre Federico Lombardi, portavoce della Sala Stampa vaticana, ha confermato tutti gli impegni di papa Francesco per la Settimana Santa, in particolare la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo che si svolgerà, prevedibilmente, con misure di sicurezza rafforzate come pure la benedizione Urbi et Orbi in piazza San Pietro a Pasqua.
Quest'anno per la prima volta il Papa celebrerà la messa in Coena Domini del Giovedì Santo fuori Roma, al Centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di Castelnuovo Porto, comune a 30 chilometri a nord della Capitale tra la Flaminia e l’A1.
Il Papa farà il gesto della lavanda dei piedi a dodici giovani profughi ospitati nel centro, come ha annunciato il presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella, un gesto che, ha detto, è «come segno di servizio e attenzione alla loro condizione».

Il Cara di Castelnuovo è uno dei centri più importanti del Paese, dal 7 aprile 2014 è gestito dalla cooperativa sociale Auxilium che impiega 114 operatori. È stato aperto nel maggio 2008, occupa gli spazi di un ex centro polifunzionale del Dipartimento della Protezione Civile, è esteso su undicimila metri quadrati e conta 177 stanze. Attualmente ci sono 892 persone ospitate. «Mentre in Vaticano si annunciava l’arrivo del Papa per il Giovedì Santo», spiegano dalla cooperativa, «è arrivato un centinaio di eritrei». E aggiungono: «Siamo commossi e grati al Pontefice per la sua visita qui che ha un alto valore simbolico».

Ospiti da 25 Paesi diversi del mondo
È una piccola Onu il Cara scelto dal Papa. Gli ospiti provengono da 25 Paesi diversi del mondo (19 Paesi africani, 4 asiatici, 1 est Europa extra Ue). Il gruppo più numeroso viene dall’Eritrea (279) seguito dal Mali (135) dalla Nigeria (94), Gambia (79), Senegal (78), Pakistan (69) e Bangladesh (48). Su 892 ospiti, più di 770 sono uomini, 33 le donne,  7 i minori. L’ottanta per cento degli ospiti sono giovani con un’età compresa tra i 19 e i 26 anni, ma c’è anche una famiglia irachena che comprende quattro generazioni (dalla bisnonna ai bambini). I cattolici sono in minoranza.
La stragrande maggioranza degli ospiti (554) sono musulmani, 239 cristiani tra cui 98 pentecostali, 2 sono indù. Hanno un’istruzione che varia da quella elementare (specie tra chi viene dall’Africa Sub Sahariana a quella superiore e universitaria, specie tra chi viene dall’Asia (Pakistan, Iraq, Siria).  A oggi, spiegano dalla cooperativa Auxilium, degli oltre ottocento ospiti, il 20 per cento sono richiedenti asilo inseriti nel progetto Relocation, il 70 per cento sono richiedenti asilo ai quali è stato negato il permesso e sono in attesa dell’esito del ricorso al Tribunale ordinario e il 10 per cento sono in attesa di seconda accoglienza (SPRAR), oppure in attesa di esito dello status di rifugiato. La percentuale dei “diniegati”, ovvero di chi ha visto rigettata la propria domanda, che si è alzata notevolmente nell’ultimo anno. C’è da sottolineare che, in seguito all’istituzione da parte del prefetto di Roma Franco Gabrielli di due nuove commissioni, si sono notevolmente ridotti a Roma i tempi amministrativi per lo svolgimento della pratica di richiesta di asilo politico.
Il rapporto con il papa
Il rapporto che lega questo Centro al Papa è molto forte. Il 17 gennaio scorso 300 ospiti e operatori del Cara, cristiani e musulmani, portarono in Piazza San Pietro la grande bandiera che avevano realizzato cucendo assieme le 25 bandiere delle nazioni  presenti nel Centro per ringraziare il Pontefice e invocare la pace in occasione del Giubileo dei Migranti e dei rifugiati. Il 27 aprile 2015, invece, è arrivato a far visita al Centro monsignor Konrad Krajewski, l’elemosiniere del Papa, il quale ha portato agli ospiti «un caro e caloroso abbraccio da parte del Santo Padre». Auxilium ha avviato diverse attività nel Centro tra cui il Laboratorio di fotografia; il Laboratorio visite guidate;il  Laboratorio grafico-linguistico “La mia Africa”. E infine i corsi di pizzaiolo e panettiere organizzati con la fondazione "Il Faro" di Susanna Agnelli.