La biografia "Jerzy Popiełuszko: Martire del comunismo", scritta da Włodzimierz Rędzioch e Grzegorz Górny per le edizioni Ares, arricchita dalle fotografie di Janusz Rosikoń, è un viaggio profondo nella vita e nel martirio di uno dei protagonisti spirituali della resistenza polacca contro il regime comunista, di cui il 19 ottobre ricorre il 40esimo della morte . Il libro, nella sua edizione italiana del 2024 pubblicata da Edizioni Ares, viene presentato dal cardinale Marcello Semeraro, il quale sottolinea l'importanza storica e spirituale della figura di Popiełuszko, ricordando il suo sacrificio come uno degli atti più luminosi nella storia recente della Polonia.
Don Jerzy Popiełuszko fu un uomo che, nel pieno della repressione comunista, si distinse per la sua resistenza non violenta e la sua capacità di guidare il popolo polacco attraverso la preghiera e la fede. Come scrive il cardinale Semeraro nella prefazione, "Popiełuszko invitò i fedeli a chiedere di essere liberi dalla paura, dal terrore, ma soprattutto dal desiderio di vendetta. Dobbiamo vincere il male con il bene". Questa frase, pronunciata poco prima del suo rapimento e della sua morte, riassume l’intero percorso spirituale del sacerdote, che rifiutò categoricamente la violenza e abbracciò il martirio come atto supremo di amore per il prossimo.
Il libro si apre con una presentazione storica e spirituale della vita di Popiełuszko, delineando il contesto in cui egli crebbe: una Polonia soffocata dal regime comunista, ma radicata nella fede cattolica. La cronologia del testo ci accompagna attraverso le tappe principali della sua vita, dai primi anni della sua infanzia fino al momento del suo martirio. Le testimonianze raccolte da Rędzioch offrono un ritratto intimo del sacerdote, che iniziò come un uomo comune, ma che, grazie alla sua fede, divenne un simbolo di resistenza.
Un aspetto fondamentale del libro è la capacità degli autori di collegare la vita di Popiełuszko con i grandi eventi storici della Polonia. Le riflessioni di Grzegorz Górny ci riportano indietro nel tempo, in un periodo in cui il regime comunista cercava con ogni mezzo di soffocare qualsiasi forma di opposizione. In questo contesto, la Chiesa cattolica, guidata da figure come il cardinale Stefan Wyszyński e Karol Wojtyła, poi Giovanni Paolo II, giocò un ruolo cruciale nella difesa della libertà spirituale del popolo polacco. Popiełuszko, come cappellano di Solidarność, divenne uno dei protagonisti di questa lotta non violenta, celebrando le Messe per la Patria e pregando per coloro che soffrivano sotto il giogo del comunismo.
L’opera di Rędzioch è arricchita da numerosi dettagli e aneddoti che mostrano la profonda umanità di Popiełuszko. Tra le testimonianze raccolte, una in particolare colpisce per la sua semplicità e la sua forza spirituale: "Ho visto come il Vangelo cambia l’uomo... Non riesco più a racchiudere il mio sacerdozio solo nell’ambito delle mura della chiesa". Queste parole, confidate a un confratello, rivelano la crescita interiore di Popiełuszko e la sua determinazione a servire il popolo polacco non solo come sacerdote, ma come guida morale e spirituale in un momento di grande oppressione.
Uno degli elementi più toccanti del libro è la descrizione del martirio di Popiełuszko. La sua morte, avvenuta per mano di tre funzionari del ministero dell’Interno polacco, fu il culmine di una serie di persecuzioni che il sacerdote aveva subito per il suo impegno a fianco di Solidarność. Come riporta il libro, "Fu picchiato selvaggiamente e torturato, quindi gettato, forse ancora vivo, nelle acque del fiume Vistola". Il suo corpo fu ritrovato dieci giorni dopo, e la notizia della sua morte scosse profondamente la Polonia e l’intero mondo cattolico.
L’opera sottolinea anche l’importanza del suo sacrificio per il popolo polacco, che vide in Popiełuszko un martire della fede e della libertà. La sua tomba divenne subito meta di pellegrinaggio, come ricorda il cardinale Semeraro: "La sua tomba fu da subito luogo d’ininterrotto pellegrinaggio. Vi giunsero poi anche Giovanni Paolo II e il cardinale Ratzinger". Questo legame tra la figura di Popiełuszko e la Chiesa universale viene sottolineato più volte nel libro, mostrando come il suo sacrificio non fu vano, ma contribuì a rafforzare la fede del popolo polacco e a ispirare generazioni di cristiani.
Le fotografie di Janusz Rosikoń arricchiscono ulteriormente la narrazione, offrendo uno sguardo visivo sulla vita del sacerdote e sul contesto storico in cui operò. Le immagini dei funerali di Popiełuszko, a cui parteciparono oltre un milione di persone, sono particolarmente toccanti e mostrano la vasta portata del suo impatto sulla società polacca.
L'opera non si limita a raccontare i fatti storici, ma invita il lettore a riflettere profondamente sul valore del sacrificio e della resistenza non violenta. Il libro si chiude con un appello a non dimenticare la figura di Popiełuszko e a tramandarne la memoria alle future generazioni. Come afferma il cardinale Semeraro nella prefazione: "Attraverso il sacrificio dei martiri, Dio cambia i cuori degli uomini". È un monito a tutti noi a non dimenticare mai l'importanza della testimonianza cristiana in tempi di persecuzione.Ai funerali, svoltisi il 3 novembre, parteciparono più di 400 000 persone, compreso il leader di Solidarność Lech Wałęsa.
"Jerzy Popiełuszko: Martire del comunismo" è un libro che commuove e ispira. Rędzioch e Górny, con grande sensibilità, riescono a raccontare la storia di un sacerdote straordinario che, con la forza della fede e della non violenza, ha sconfitto un regime oppressivo e ha lasciato un'eredità spirituale indelebile. Un'opera imprescindibile per chiunque voglia comprendere il valore del sacrificio e il potere trasformativo della fede.