C'era il premier Renzi, papa Francesco ha mandato un video
messaggio. E non è un caso se, esattamente 10 anni fa, l'allora
arcivescovo di Firenze, il cardinale Ennio Antonelli, definì la
cittadella di Loppiano, voluta e fondata dal Movimento dei Focolari in Toscana,
sulle colline di Incisa Valdarno, «un certo riflesso e anticipo
della Celeste Gerusalemme», perché, spiegò, «qui abitano uomini e
donne di popoli, razze, lingue e culture diverse, ma uniti nella
fraternità e nella gioia. Qui si lavora, si studia e si sviluppa un
fecondo scambio interculturale; si è assidui alla preghiera
personale e comunitaria; si ha il gusto della ricreazione e della
festa; si accolgono premurosamente i singoli ospiti e le folle di
visitatori. Qui, come in ogni città di questo mondo, si soffre e si
muore, ma in pace; e il cimitero è un giardino curato amorevolmente,
dove tutto parla di vita e di resurrezione, dove la memoria dei morti
diventa colloquio di famiglia».
Sabato 4 ottobre, nel giorno di San Francesco, si è festeggiato
il cinquantesimo anniversario della fondazione della Cittadella
voluta da Chiara Lubich, fondatrice e prima presidente dei
Focolarini, la quale, visitando nel 1962 l'abbazia benedettina di
Einsiedeln, uno dei centri della civiltà cristiana europea, ebbe
l'intuizione che sarebbero nate nel mondo cittadelle moderne con
case, scuole, fabbriche. Loppiano, nel 1964, fu la prima. Adesso più
di 40 mila visitatori passano ogni anno oltre a coloro che vi abitano
stabilmente.
Ispirate ai principi dell'economia di comunione, i
Focolarini nel mondo hanno dato vita a 33 cittadelle di queste. Le
chiamano «città-bozzetto di società nuova», con case, scuole,
aziende, scambi culturali e una fraternità diffusa.
Nel suo messaggio, papa Francesco ha sottolineato che la
cittadella è nata «in sintonia profonda con il messaggio del
Concilio Vaticano II che proprio 50 anni fa si stava celebrando».E
ha ricordato così il disegno: «Testimoniare, nell’amore reciproco
verso tutti, la luce e la sapienza del Vangelo». Ecco perché, ha
aggiunto, «Loppiano è scuola di vita, è una realtà che
vive al servizio della Chiesa e del mondo, per la quale ringraziare
il Signore; una cittadella che è testimonianza viva e efficace di
comunione tra persone di diverse nazioni, culture e vocazioni, avendo
anzitutto cura nel quotidiano, di mantenere tra voi la mutua e
continua carità».
Il Vangelo, ha spiegato il Papa, è davvero lievito e sale per una
civiltà nuova dell’amore: «attingendo alla linfa
spirituale del Vangelo, occorre immaginare e sperimentare una nuova
cultura in tutti i campi della vita sociale: dalla famiglia alla
politica, all’economia».
Infine, il Pontefice ha ricordato che Loppiano è sede
dell’Istituto Sophia eretto dalla Santa Sede. E ha sottolienato
l'«urgente bisogno di giovani, uomini e donne che, oltre ad essere
opportunamente preparati nelle varie discipline, siano allo stesso
tempo impregnati della sapienza che sgorga dall’amore di Dio». Poi
il messaggio per tutti: guardare avanti, «puntare in alto con
fiducia, coraggio e fantasia». Con una raccomandazione: «Niente
mediocrità».
A Loppiano metà degli abitanti risiede stabilmente mentre i visitatori,
provenienti da ogni parte del mondo, partecipano ad una delle 11
scuole internazionali che prevedono una permanenza da 6 a 18 mesi.
Tre i poli attorno a cui ruota la cittadella: il Santuario
dedicato a Maria Theotokos, madre di Dio, consacrato nel settembre
2004 in occasione del 40° anniversario della Cittadella; il Polo
imprenditoriale Lionello Bonfanti, inaugurato nel 2006, e l'Istituto
Universitario Sophia (IUS) che ha preso il via nel 2008.
Da questo stile di vita è nato un laboratorio civile e culturale
permanente, LoppianoLab, rete di iniziative che convergono
nell’appuntamento annuale di inizio autunno, richiamo per
imprenditori e lavoratori, intellettuali e artisti, politici e
giornalisti, che vogliono guardare all’Italia, all’Europa - e non
solo - per coglierne potenzialità di sviluppo, esigenze e segnali di
crescita e innovazione. Nel segno della comunione e della fraternità
tra i popoli.