Di fronte a una guerra che si stima abbia già fatto più di 70.000 vittime, domani i cristiani di Milano pregheranno,
gli uni accanto agli altri, “per non dimenticare la Siria”. La Comunità
di Sant’Egidio, da tempo impegnata per il dialogo tra cristiani e
musulmani e per la pace in Medio Oriente, ha infatti promosso per
mercoledì 5 giugno alle 20, presso la Chiesa di San Bernardino (via
Lanzone 13), una veglia di preghiera ecumenica a cui parteciperanno alcuni rappresentanti delle chiese cristiane,
Padre TraianValdman (Chiesa ortodossa romena), il Pastore Martin Ibarra
(Chiesa evangelica battista), Padre Hayr Tovma Khachatryan (Chiesa
apostolica armena), Padre Vladimir Khomenko (Chiesa ortodossa russa) e
Abba Samuel Aregahegn (Chiesa ortodossa etiope).
Spiega Giorgio Del Zanna della Comunità
di Sant’Egidio e vicepresidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di
Milano: “La proposta è nata all’interno del Consiglio, dall’esigenza
comune di pregare insieme di fronte al dramma della guerra civile in
Siria. Altrimenti, il rischio è di sapere molto, ma di rimanere
distanti, magari rassegnandosi alla violenza della guerra”.
In pochi mesi, un paese caratterizzato
da una lunga storia di coabitazione tra comunità e confessioni religiose
diverse, è stato travolto da una violenza che non risparmia persone,
abitazioni e luoghi di culto. Insieme con la popolazione musulmana, i cristiani siriani, che sono circa il 10 % della popolazione, sono tra le componenti che soffrono di più, a causa anche della loro condizione di minoranza.
Spesso si dimentica la presenza dei
cristiani orientali, appartenenti alle diverse Chiese, che costituiscono
un’importante componente e un fondamentale elemento di pluralismo nelle
società mediorientali.
La preghiera di domani a Milano sarà
segnata da due storie personali, di cui ha parlato anche Papa Francesco
all’Angelus di domenica: quelle di Mar Gregorios Ibrahim, vescovo
siro-ortodosso, e di monsignor Paul Yazigi, vescovo
greco-ortodosso, entrambi di Aleppo, rapiti mentre erano insieme il 22
aprile e di cui non si hanno più notizie da tempo. Sono stati
sequestrati, e il diacono che li accompagnava ucciso, mentre portavano
aiuti umanitari nei pressi della loro città. Sono due grandi amici del
dialogo interreligioso.
Mar Gregorios ha partecipato a tutti gli Incontri Internazionali per la
Pace organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla storica edizione
della Preghiera internazionale di Assisi 1986 ad oggi. Proprio sabato,
una delegazione della Comunità, che prega ogni giorno per la loro
liberazione, ha incontrato in Libano i patriarchi delle Chiese dei due
vescovi rapiti per esprimere solidarietà.
Secondo Giorgio Del Zanna,
quest’amicizia e vicinanza, come la preghiera di domani, indicano una
direzione per l’ecumenismo: “Sempre più i cristiani devono essere uniti
nel pregare e operare per la pace e per gli altri. I cristiani devono
essere coloro che si prendono cura del mondo, l’ecumenismo passa
dall’impegno comune delle diverse Chiese per gli altri, i poveri, la
pace, la salvaguardia del creato. Queste sono le strade per cui
l’ecumenismo è una prospettiva per i cristiani del ventunesimo secolo”.