Quando chiesero a Clio Bittoni, moglie di Giorgio Napolitano, che cosa avrebbe fatto quando sui marito avrebbe finito il settennato da presidente, rispose: “Tornerò nella nostra casa, che non è mai stata così ordinata come adesso, che non ci abitiamo”.
Si sa poi come andarono le cose. Lo stallo fra i partiti, incapaci di eleggere un successore al Quirinale, nell’aprile del 2013 spinse le forze politiche a chiedere a Napolitano la disponibilità a farsi rieleggere. Così Napolitano fu rieletto e gli scatoloni del trasloco dovettero aspettare fino al gennaio del 2015, quando arrivarono le dimissioni definitive del capo dello Stato.Solo allora Clio e Giorgio tornarono nella casa di via dei Serpenti, nel quartiere Monti, a poche centinaia di metri dal Quirinale.
Clio Bittoni, marchigiana di Chiaravalle, sposata con Napolitano dal 1959, due figli (Giovanni e Giulio), rimasta vedova il 22 settembre dello scorso anno, è morta ieri a Roma all’età di 89 anni. I 90 li avrebbe compiuti a novembre. L’ultima sua uscita pubblica era stata ai funerali del marito, a Montecitorio, che seguì su una sedia a rotelle.
Durante gli anni della lunga vita pubblica del marito, Clio è sempre stata accanto a Giorgio, ma sobria e discreta, senza invadenze o esternazioni. Animata da un forte impegno civile, avvocato specializzato in Diritto del lavoro, ha lavorato all'ufficio legislativo della Camera dei deputati, ma lasciò l'incarico quando nel 1992 il marito fu eletto presidente della Camera. Come spesso accade alle mogli dei presidenti della Repubblica, Clio Napolitano è intervenuta spesso a iniziative benefiche o ad appuntamenti mondani legati al mondo della moda. Ma la si ricorda in fila fila davanti alle Scuderie del Quirinale dove pagò regolarmente il biglietto per visitare la mostra dedicata a Vermeer. Una lezione per i cosiddetti vip e pseudo vip sempre alla ricerca di corsie preferenziali e privilegi.