(Nella foto: la presentazione del progetto presso l'Università Cattolica di Piacenza)
Ci vuole un seme: è il titolo di un volume realizzato da due Ong impegnate da anni in Uganda, Africa Missione-Cooperazione e sviluppo e Medici con l'Africa Cuamm, che è stato presentato in occasione della Giornata del Dono,che si celebra il 4 ottobre, presso l'Università Cattolica di Piacenza. Il libretto racchiude le testimonianze di alcuni dei beneficiari del progetto “Nutrire di cibo e conoscenze le comunità di Moroto e Napak” promosso da Africa Mission (in partnership con il Cuamm, finanziato da Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e promosso anche da Università Cattolica di Piacenza, Informatici Senza Frontiere, Azienda ospedaliera universitaria Meyer, Choose life home base care e Governo locale distrettuale di Moroto e Napak).
Il progetto triennale (2018-2021) mira a fornire una formazione professionale di alta qualità nel settore agricolo nella Karamoja, regione nel Nordest dell'Uganda caratterizzata da forte aridità, in cui le condizioni climatiche avverse rendono molto difficile coltivare la terra. Una zona segnata da tassi elevati di disoccupazione giovanile e in cui l'analfabetismo è molrto diffuso. L'obiettivo del progetto è aumentare la sicurezza alimentare delle comunità poverissime dei due distretti di Moroto e Napak, con particolare attenzione alle madri, alle quali sono affidate le mansioni più difficili, come la coltivazione dei campi, il trasporto di acqua e legna al villaggio, la preparazione del cibo e la cura dei figli.
«Ci sentiamo particolarmente in sintonia con Africa Mission che in quasi 50 anni di attività si occupa di acqua, ma anche di agricoltura. Lo fa in Karamoja dove è attivo un progetto rurale che è un esempio di dono», ha detto il professore della Cattolica Vincenzo Tabaglio, che è stato varie volte in missione in Uganda con il collega Giuseppe Bertoni per verificare gli sviluppi del progetto. Portare beni alimentari alle popolazioni bisognose è un primo passo dell'aiuto umanitario. Ma non ci si può limitare a questo. A un certo punto - ha spiegato il presidente di Africa Mission Maurizio Noberini - ci si rende conto che non basta più, che è necessario formare le persone del posto, fornire loro gli strumenti e le conoscenze perché possano essere capaci di produrre loro stessi i beni alimentari di cui hanno bisogno. «Così sono nati i progetti per accompagnare le persone e i villaggi».
A spiegare gli aspetti agricoli e zootecnici del progetto è stato Lorenzo D'Agosta: «Sono state 2.550 le persone coinvolte in un percorso di formazione incentrato sulle figure degli agricoltori modello. Trenta sono stati formati per istruire 85 gruppi comunitari sulle tecniche base di agricoltura, allevamento, microcredito e risparmio: alcuni gruppi hanno ricevuto sementi e attrezzi agricoli per la creazione di orti dimostrativi dove applicare le abilità apprese, ad altri sono stati consegnati piccoli animali da allevare».
Medici con l'Africa Cuamm si è inserita nel progetto curandone l'aspetto sanitario: «I principali obiettivi del nostro intervento sono stati: migliorare le conoscenze relative alle buone pratiche sanitarie e nutrizionali e conoscere gli attori locali nel pianificare e monitorare gli interventi sanitari», ha spiegato Simone Cadorin, «attraverso i 9 gruppi formati e incontrati periodicamente si è messo a punto un programma di formazione su nutrizione materno-infantile in età evolutiva, nutrizione e agricoltura, salute infantile, accesso e qualità dell’acqua, igiene generale. In contemporanea sono stati supportati anche 22 centri di salute coinvolti per migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi nutrizionali».