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martedì 06 giugno 2023
 
Grandi autori sul palcoscenico
 

Daniele Mencarelli: «Famiglia e scuola in crisi davanti alle domande di un giovane»

14/12/2022  L'autore di "Tutto chiede salvezza" porta al Teatro Parenti il suo primo testo teatrale, "Agnello di Dio", incentrato sul rapporto fra le istituzioni e le nuove generazioni

 Scrittore e poeta affermato (il suo romanzo Tutto chiede salvezza è da poco diventata una serie visibile su Netflix) Daniele Mencarelli approda ora a teatro con il suo primo testo, Agnello di Dio, al Teatro Parenti di Milano fino al 18 dicembre.

 Di sé Mencarelli dice a Famigliacristiana: «Sono un vulcano che tira fuori vent’anni di storie elaborate dentro di me oggi, a 48 anni».

Mencarelli, qual è la genesi del suo primo testo teatrale?

«Lo spettacolo vero e proprio è nato dall’incontro con il regista Piero Maccarinelli, ma da sempre penso che il teatro sia alla radice di ogni narrazione e che quella teatrale sia una scrittura consanguinea alla mia».

In cosa Agnello di Dio s’inquadra nella sua produzione narrativa?

«Nel riprendere i temi dei miei tre romanzi autobiografici, aggiungendoci una lettura generazionale padre-figlio. La storia si svolge infatti tutta dentro un’aula di un istituto scolastico paritario romano. Una scuola d’élite in cui studiano i rampolli della classe dirigente destinati a loro volta a diventare tali. La preside è una suora che ha studiato in quello stesso liceo che ora guida ed era compagna di studi del padre del ragazzo che ora è di fronte a lei».

Cosa è successo prima dell’alzarsi del sipario?

«Il ragazzo, Samuele, è stato convocato perché in un tema d’italiano con argomento “Illustra la tua festa di laurea” ha scritto di non vedere un futuro e che darebbe fuoco a tutto. Questo fa scattare l’allarme sia nel padre sia nella preside, rappresentanti di due forme di istituzione sclerotizzate, la famiglia e la scuola. In fondo Samuele pone una serie di interrogativi che sono quelli che l’uomo si è sempre proposto, specie a quell’età, e cui nessuno dei due adulti, soprattutto la suora, è capace di fronteggiare, di convogliarli e trasformarli in energia positiva. L’inquietudine, l’energia, la curiosità incarnate dal ragazzo sono un fenomeno di per sé né buono né cattivo. È un magnifico carburante che sta a noi utilizzare nel modo migliore. Né l’istituzione scolastica né quella famigliare riescono a dialogare con il ragazzo se non attraverso una serie di luoghi comuni».

Il crescendo narrativo è drammatico…

«Alla fine lo scontro diventa molto aspro e padre e suora, pur se alleati, entrano in conflitto anche tra di loro. Samuele diventa così una preda, una responsabilità, una colpa da rinfacciarsi a vicenda in maniera malevola. Il mondo degli adulti, che tenta di soccorrere quello dei ragazzi, è un mondo che non ha ancora emendato i propri mali e non solo in termini religiosi, ma anche morali. L’Agnello di Dio va letto come quindi come titolo ironico: dovrebbe essere il ragazzo a togliere i peccati dal mondo, ma non può farlo da solo finché padre e suora, quindi le istituzioni, non mettono sul piatto le proprie responsabilità, le proprie colpe, le proprie ferite».

Lo spettacolo dura poco più di un’ora e si svolge in un unico luogo, con pochissimi personaggi…

«Gioco spesso con i tempi del racconto. Il mio nuovo romanzo, Fame d’aria, che uscirà a gennaio, avrà anch’esso unità di tempo e d’azione: due giorni e mezzo scanditi quasi ora per ora. Amo molto raccontare storie in questo modo».

Cosa può anticiparci di Fame d’aria?

«Che sarà un romanzo adulto e se vogliamo anche molto politico, molto attuale: toccherà un tema di cui quasi nessuno parla, quello della povertà. Un argomento rimosso, non più di moda, nel libro connesso a quello della disabilità infantile. Cerco di essere testimone di quest’epoca, di raccontarla in maniera non banale. Più che scrittore o intellettuale, termini che non amo, mi definisco “osservatore”: un uomo che guarda il presente stando a guardia, lo descrive e non si fa dettare i temi da nessuno».

Dopo quest’esperienza, scriverà ancora per il teatro?

«Ci sto pensando, ma da gennaio sarò molto impegnato con il lancio del nuovo romanzo. Quindi sì, tornerò a scrivere per il teatro, ma non a breve».

Agnello di Dio di Daniele Mencarelli.

Regia di Piero Maccarinelli. Con Fausto Cabra, Viola Graziosi, Alessandro Bandini, Ola Cavagna.

Milano, Teatro Franco Parenti, fino al 18 dicembre: www.teatrofrancoparenti.it

 
 
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