Luca Pani.
Le notizie relative ai vaccini di questi giorni stanno preoccupando le persone cui vengono prescritti. Sappiamo che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha disposto il divieto di utilizzo di alcuni lotti del prodotto Fluad della Novartis, abbiamo chiesto a Luca Pani, direttore generale dell’Agenzia, di capire meglio quest’atto e soprattutto se dobbiamo preoccuparci e di che cosa.
Dottor Pani, intanto, possiamo spiegare in due parole che cos’è l’Aifa e a che cosa serve?
"E’ l'istituzione pubblica nazionale che autorizza e controlla i farmaci immessi sul mercato in Italia e che ne garantisce qualità e sicurezza. Autorizza l'immissione in commercio dei nuovi farmaci, e ne valuta l’efficacia e le reazioni avverse, mantenendo aperta una rete di sorveglianza costante e incoraggiando segnalazioni da parte di medici di famiglia, ospedali, semplici cittadini. Quest’ultima attività descritta si chiama farmaco-vigilanza”.
Rientra in questo l’azione di divieto di utilizzo dei due lotti di vaccini operata in queste ore?
"Sì, si chiama divieto di utilizzo cautelativo, significa che, avute delle segnalazioni, prendiamo una precauzione ancor prima di aver avuto il tempo di verificare che vi sia una correlazione diretta tra le morti e la somministrazione dei vaccini, cosa che potrebbe non essere, perché – al momento - siamo di fronte soltanto a una concomitanza di tempi. Potrebbe anche essere una coincidenza che non determina in sé alcuna correlazione. Intanto che cerchiamo di verificarlo, evitiamo la somministrazione dei lotti coinvolti nelle segnalazioni".
Ora che succederà?
"Continueremo a valutare segnalazioni e a studiare: se nessuna correlazione sarà verificata rimetteremo regolarmente in uso anche i lotti al momento in studio. Diversamente valuteremo il sequestro, sempreché non lo disponga prima la magistratura."
In questi casi, complice l’emotività che sempre la salute comporta, complice l’altra coincidenza della sentenza sull’indennizzo a seguito di un vaccino e complice quel tanto di sensazionalismo spesso insito in certe notizie, capiamo che la prima reazione delle persone è la diffidenza, che cosa si sente di consigliare loro?
"Premesso che potrei essere in “conflitto di interessi” perché sono il direttore di una Agenzia del Ministero della Salute, direi che conviene fidarsi di una istituzione che prende precauzioni già alla seconda segnalazione e che sta già valutando che non ci siano state segnalazioni tardive: altrove, dove non c’è un Servizio Sanitario Nazionale e dove ci si affida alle assicurazioni probabilmente si sarebbe atteso di avere un numero maggiore di segnalazioni".
Resta il fatto che agli over 65 si consiglia di vaccinarsi e ora magari dubitano, lei che farebbe al posto loro?
"Mi fiderei dei consigli del mio Medico di Medicina Generale, il cosiddetto Medico di Famiglia che sa valutare, conoscendomi bene, il rapporto rischio-beneficio che c’è in ogni farmaco o in un vaccino. Ricordiamo che si fanno ricerche sui grandi numeri prima di mettere in commercio un farmaco e prima di indicarne le dosi consigliate e l’utilizzo corretto proprio per valutare il rapporto tra il rischio e il beneficio. Non esistono farmaci a rischio zero, ma se non li prendessimo quando ce n’è bisogno il rischio sarebbe maggiore che non invece assumendoli. Se, per esempio, il Medico ci consiglia di prendere aspirina a basse dosi per prevenire la ricorrenza di alcune malattie cardiovascolari, sarebbe un errore non ascoltarlo e rischiare un secondo infarto per timore degli effetti collaterali come il possibile sanguinamento allo stomaco prodotto da questa molecola. Lo stesso vale per i vaccini e per tutti gli altri farmaci.