Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 12 febbraio 2025
 
frontiere
 

A Torino la sinfonia composta dall'Intelligenza artificiale (in base agli appunti di Beethoven)

29/09/2023  L’orchestra giovanile del Sermig (Servizio Missionario Giovani), ha inaugurato l’Italian Tech Week eseguendo alle Ogr (Officine grandi riparazioni) di Torino l’opera realizzata dall’AI sulla base degli appunti per una Decima Sinfonia che il genio tedesco non fece in tempo a completare

Ludwig Van Beethoven, l’intelligenza artificiale, un’orchestra di ragazzi innamorati della pace. Sono questi gli ingredienti del progetto ardito e forse un po’ folle (ma affascinante) che ha aperto a Torino l’Italian Tech Week, importante appuntamento annuale dedicato all’innovazione e alla tecnologia. Durante la mattinata inaugurale, l’orchestra giovanile del Sermig ha eseguito musica che sancisce un punto di non ritorno nei rapporti uomo-macchina (anche in ambito artistico). L’opera in questione, infatti, è stata composta dall’intelligenza artificiale, sulla base degli appunti per una Decima Sinfonia, che Beethoven non fece in tempo a completare. Alla sua morte, nel 1827, vennero trovate solo poche pagine di abbozzi.

A distanza di quasi due secoli, un gruppo di musicologi della Rutgers University del New Jersey, su commissione del Karajan Institute di Salisburgo, ha pensato di affidare quegli scarni appunti a uno strumento tecnologico incredibilmente sofisticato, così che venissero rielaborati fino a diventare una vera sinfonia. Possibile che la tecnologia riesca a far rivivere il genio di Beethoven? Difficile dirlo. E il dibattito è quanto mai aperto.

C’è chi plaude a una nuova frontiera dell’arte, chi, al contrario, resta atterrito. Forse, un buon punto di equilibro è considerare l’operazione come un esperimento interessante, proprio in quanto esperimento. Soprattutto, è bellissimo che a cimentarsi con le note di questa sinfonia sui generis siano stati i ragazzi dell’orchestra del Sermig (Servizio Missionario Giovani), il gruppo fondato nel 1964 da Ernesto Olivero, che da quarant’anni ha sede nell’Arsenale della Pace, ex fabbrica d’armi trasformata in luogo d’accoglienza, di preghiera, di sviluppo umano. Il Sermig è noto, ben oltre i confini di Torino, soprattutto per i suoi innumerevoli progetti a sostegno degli ultimi e delle persone in difficoltà.

Pochi, però, sanno che l’Arsenale è anche molto attento alla crescita personale e comunitaria attraverso la cultura, l’arte, la bellezza. E di questo cammino, l’Orchestra del Laboratorio del Suono, nata nel 2000 su iniziativa del maestro Mauro Tabasso, è una delle espressioni più vivaci.

È un gruppo eterogeneo (circa 80 elementi), composto, per la maggior parte, da giovani amatori, che crescono insieme attraverso la musica. È un equilibrio fra disciplina e accoglienza: da un lato il rigore dello studio, dall’altro la flessibilità, per permettere a ciascuno di esprimersi, in base al proprio talento e al proprio percorso.

«Siamo un’orchestra atipica, didattica. Per entrare non ci sono provini, ma solo il desiderio di contribuire a una ricerca di armonia e bellezza», dice Mauro Tabasso, «ogni ragazzo è speciale, ognuno di loro ha qualcosa da dare per l’arricchimento del gruppo». Da notare che la compagine orchestrale include anche strumenti (come le chitarre e le tastiere) che non facevano parte dell’organico beethoveniano e, proprio per dare a tutti la possibilità di suonare, la sinfonia è stata ulteriormente riadattata. E chi sa, forse Beethoven, da grande sperimentatore qual era, avrebbe approvato.

Un’orchestra (e quella del Sermig in modo particolare) è la metafora di una società interconnessa, creativa, capace di ascoltare e dialogare. È anche per questo (oltre che per la riflessione sull’intelligenza artificiale) che i giovani del Laboratorio del Suono sono stati chiamati a inaugurare l’Italian Tech Week 2023.

Fino al 29 settembre, l’evento organizzato da Italian Tech (gruppo Gedi), in collaborazione con Exor Ventures e Vento, porta a Torino alcuni tra i massimi esperti di tecnologia, costruendo una rete di confronti e incontri per leggere il presente e immaginare il futuro. Tra gli ospiti più attesi, attesi Brian Chesky, fondatore di Airbnb e, in collegamento, Sam Altman, fondatore e amministratore delegato di OpenAi.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo