Anna Safroncik non si ferma mai. L’attrice ucraina naturalizzata italiana, in attesa di tornare sul set a ottobre, si è regalata il ruolo di presentatrice del Festival Show che quest’anno taglia il traguardo dei vent’anni e sta facendo il giro delle piazze del Nord, da Padova a Chioggia, da Caorle a Jesolo, da Bibiano a Lignano Sabbiadoro, prima del gran finale in programma a Trieste il 12 settembre. Tra gli ospiti: Arisa, Elettra Lamborghini, the Kolors, Chiara Galiazzo e tanti altri. Safroncik debutta nella recitazione all’età di 4 anni, in Fiaba dello zar Saltan di Aleksandr Puškin. A 11 anni si trasferisce in Italia a seguito della madre, che ha deciso di aprire una scuola di danza ad Arezzo. Nel 2000 debutta al cinema nel film C’era un cinese in coma diretto da Carlo Verdone. Dopo il successo nel 2004 con la soap opera di Canale 5, Centrovetrine, nel 2012 è la protagonista femminile della fiction Le tre rose di Eva.
Insomma, come conduttrice per lei è quasi un debutto.
«In realtà è da quando avevo 5 anni che canto sul palco. Al Festival Show ogni sera ci sono migliaia di persone che seguono lo spettacolo. All’inizio ero un po’ preoccupata, ma un attimo dopo che sono salita sul palco e ho visto tutta quella gente ho provato una grande gioia e anche un’adrenalina pazzesca. Mi sono sentita subito a mio agio e ho interagito con il pubblico che è parte integrante dello spettacolo e ci segue con grande calore. Paolo Baruzzo (coordinatore del Festival, ndr) mi contattò dieci anni fa per presentare lo spettacolo, ma durante l’estate ero sempre impegnata sul set. Quest’anno, che inizio le riprese a ottobre, ho potuto dirgli di sì».
Cosa c’è in cantiere per l’autunno?
«Una nuova fiction scritta per me e che andrà in onda il prossimo anno su Canale 5. Interpreto il ruolo di una donna forte e determinata. Come sempre nei miei personaggi, l’obiettivo è dare fiducia alle telespettatrici che mi guardano, farle sentire forti e spronarle ad affrontare la vita con grinta, coraggio ed energia. Abbraccerà tutto il pubblico che ha amato Le tre rose di Eva e sono sicura che piacerà molto».
La sua è una famiglia di artisti…
«Mamma ballerina classica, papà tenore lirico. Io sono cresciuta dietro le quinte del Teatro dell’Opera di Kiev, da piccola ho recitato con i miei genitori. La mia vita l’ho trascorsa nel mondo dello spettacolo. A sette anni sono stata iscritta all’Accademia Nazionale dello Spettacolo di Kiev, dove ho studiato musica, canto, ballo e recitazione».
Chi l’ha spinta a fare l’attrice?
«Mia mamma. Quando avevo 3 anni mi assegnava le poesie e me le faceva recitare davanti ai parenti durante le feste di famiglia. Dovevo interpretarle, non ripeterle a memoria come tutti gli altri bimbi. Papà, invece, mi ha insegnato l’approccio al testo, lui è uno studioso della lirica oltre a essere tenore».
Lei è ucraina anche se vive in Italia da quando aveva 12 anni. Come sta vivendo la guerra in corso nel suo Paese?
«Mia madre vive con me qui, mio padre è a Kiev come tutta la mia famiglia, dai nonni agli zii. Questo conflitto è inaccettabile per chi come me ha vissuto durante l’Unione Sovietica. Ho amici che non riescono ad attraversare il confine con la Russia, parenti che soffrono, tutti i giorni muoiono persone anche se di questo i media non parlano quasi più. L’Europa dovrebbe fare molto di più per aiutare il mio Paese, che non ha grossi mezzi militari per difendersi. Anche se sono andata via da Kiev nel 1992, ci torno spesso. L’ultima volta è stata tre settimane fa, sono molto legata all’Ucraina».
Parliamo di vita privata. Vorrebbe una famiglia tutta sua?
«Sì, certo, ma ora sono single. Il giorno che troverò il compagno e arriverà il momento giusto ci penserò. Da questo punto di vista sono molto fatalista e vivo serena, non sono il tipo di persona che forza la vita, evidentemente la persona giusta deve ancora arrivare. Nel frattempo mi dedico al lavoro con grande grinta e, per fortuna, continuo a collezionare successi e soddisfazioni professionali. Nel mio lavoro non ci si ferma mai, bisogna studiare sempre, applicarsi, il relax quasi non esiste».
C’è qualche hobby che la rilassa e le piace praticare?
«Suono il piano saltuariamente. Mi piace mettermi lì la sera con gli amici e canticchiare tutti insieme qualche canzone romantica italiana».
Se potesse, che cosa non rifarebbe della sua carriera?
«Rifarei tutto, non ho rimpianti. E questo vale anche per la mia vita».
La grande popolarità in Italia per lei quando arriva?
«Nel 2004 con la soap opera Centovetrine di cui ancora vanno in onda le repliche. Per certi versi è stata la svolta, perché mi ha fatta conoscere al grande pubblico. Certo, uno dei miei personaggi più amati è Aurora della serie Le tre rose di Eva, forse perché il pubblico si è molto appassionato a una storia che è realistica anche se calata in un contesto storico. Le mie fan sono tutte donne, dai 10 ai 90 anni. Ho abbracciato tutte le generazioni e questo mi fa piacere».
Siamo nei giorni delle stelle cadenti. Se potesse, che desiderio vorrebbe esprimere?
«Che finisca presto la guerra nel mio Paese che dura ormai da cinque anni. Questo mi riempirebbe davvero di gioia. A Kiev, la mia città, la situazione è meno disperata, la guerra si combatte prevalentemente sul confine. Sarebbe magnifico che un Paese così florido e ricco di cultura come l’Ucraina potesse riprendersi e ricominciare a vivere una vita normale senza essere continuamente sotto attacco».
(foto in alto: Ansa. Pubblicato in origine su FC33 del 2019)