(Nella foto sopra: il gruppo dei diplomati davanti alla sede del Cfp "Artigianelli" di Fermo. Nella foto di copertina: da sinistra, Enrico Bracalente, il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro e il direttore di "Famiglia Cristiana" don Antonio Rizzolo mentre consegnano il diploma a un alunno).
Arianna Esposito ha 17 anni e le idee già chiarissime su quello che vuole fare nella vita, su come immagina il suo futuro. «Ho tanta voglia di lavorare, diventare indipendente, avere il mio stipendio e non dipendere più economicamente dalla mia famiglia», spiega con la serietà e la maturità di un’adulta. «Già oggi mi pesa molto dive chiedere a loro i soldi per le mie spese personali». Arianna è nata a Napoli, è arrivata nelle Marche, nel territorio fermano, quando era una bambina. Vive a Piane di Falerone, i suoi genitori hanno un pub. Lei, terminate le scuole medie, dopo un anno di istituto alberghiero ha deciso poi di iscriversi al Centro di formazione professionale “Don Ricci-Artigianelli” di Fermo, corso triennale per operatore della calzatura. «Mi avevano detto che avrei potuto iscrivermi a un liceo, ne avevo le capacità. Ma io mi sento portata per il lavoro, non per lo studio. Ho scelto questo corso professionale perché so che mi offre degli sbocchi occupazioni sicuri e una formazione professionale molto buona e ben spendibile».
Arianna è una degli alunni del primo corso triennale che oggi, 28 giugno, presso il Cfp “Artigianelli” hanno ricevuto il diploma di operatore della calzatura. «Abbiamo finito la scuola solo un paio di settimane e già mia madre mi dice: “Ma come, sei qui a non fare niente?”». La fase della lavorazione di una scarpa che le piace di più e le riesce meglio, dice, è l’orlatura, molto adatta alle donne, perché richiede grande precisione e delicatezza manuale. «Sono arrivata seconda alle Olimpiadi dell’orlatura, una gara che abbiamo disputato quest’anno a maggio qui nella scuola», racconta orgogliosa. Terza classificata, la sua compagna di corso e di diploma, Antigona Ilazi, 18 anni, arrivata in Italia nel 2011 dal Kosovo. «Mio padre lavorava nel campo delle calzature, in un’azienda del territorio. Io, quindi, conoscevo già questo settore e sapevo che questo corso professionale mi avrebbe dato un’ottima formazione e opportunità lavorative».
Fondato nel 1946 da don Ernesto Ricci e dalla Beata Madre Speranza, il Cfp “Artigianelli” anni fa ha vissuto un periodo di forte crisi. Rischiava di chiudere per mancanza di iscrizioni finché, nel 2010, Enrico Bracalente, imprenditore locale illuminato, patron del marchio di calzature famoso nel mondo “NeroGiardini”, ha proposto al direttore del Cfp padre Sante Pessot di dare avvio a un corso per operatori del settore, nel cuore del primo distretto calzaturiero d’Europa, finanziando interamente il percorso di studi.
«Quando sono arrivato da lui, il direttore padre Sante Pessot pensava che fossi il solito imprenditore che vuole guadagnare visibilità», racconta alla cerimonia di consegna dei diplomi Bracalente, amministratore unico di B.A.G. Spa, marchigiano innamorato della sua terra, che ha sempre investito sul territorio locale e, navigando controcorrente, non ha mai delocalizzato, mantenendo salda la sua produzione nel fermano. «Quando padre Sante mi ha chiesto: “Ma poi questi ragazzi dove troveranno lavoro?”, io gli ho risposto che li avrei assunti nelle mie aziende. In quel momento, a causa di un cambio generazionale, c’era la necessità di inserire forze nuove nella manodopera. Quindi questo corso è molto importante non solo per i ragazzi ma anche per noi imprenditori locali, perché abbiamo bisogno di questi giovani per far andare avanti il nostro distretto calzaturiero. Aldilà della mia impresa, altre aziende locali hanno contattato padre Pessot per assumere i ragazzi che escono da questo corso».
E aggiunge: «Alla fine degli anni Novanta ho scelto di non delocalizzare. Il settore calzaturiero fatica molto a riprendersi dalla crisi. Io tuttavia sono convinto che la rinascita - in Italia e nel nostro territorio - ci sarà e credo che qui, nel nostro distretto, abbiamo bisogno di questi giovani tecnici, professionisti del settore, che magari a loro volta diventeranno promotori di nuove realtà aziendali». E si commuove nel ricordare che i primi diplomati del corso oggi sono tra i suoi collaboratori più validi.
Dal 2012, anno del primo corso, fino a oggi i diplomati sono stati 37, tutti assunti alla NeroGiardini. Gli alunni arrivano dal territorio fermano, ma anche dal resto d’Italia e da altri Paesi, figli di immigrati cresciuti qua, ragazzi arrivati da piccoli, le seconde generazioni. «I nostri alunni, in parte sono ragazzi che arrivano dalla dispersione scolastica, altri hanno invece scelto subito questo corso dopo le scuole medie», spiega padre Sante Pessot. «Noi seguiamo la loro formazione ma, prima di tutto, la loro crescita come persone». Importante la relazione e il dialogo con i genitori, con i quali il Cfp organizza degli incontri per creare una sinergia positiva tra scuola e famiglia. Il corso per operatore della calzatura dell’”Artigianelli” è stato premiato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali a Verona nell’ambito del Job Orienta - dedicato a scuola, formazione, lavoro e orientamento - nel settore manifatturiero, per dei lavori realizzati con materiali di scarto riciclati.
Alla cerimonia di consegna dei diplomi hanno partecipato, insieme a Enrico Bracalente e padre Pessot, il direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Rizzolo, il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, il vicesindaco Francesco Trasatti, la presidente della Provincia Moira Canigola, l’assessore regionale Scuola e formazione Loretta Bravi. Per tutti, il problema fondamentale oggi è rilanciare la formazione professionale in un momento in cui essa viene sminuita rispetto agli studi liceali e capire che il lavoro manuale è un fattore di crescita da valorizzare in un territorio come quello marchigiano che, pur essendo stato bastonato dalla crisi economica e dal terremoto, ha ancora tanto da dare. Restituire la fiducia ai giovani: questo è stato l’appello corale. Lo ha confermato Vincenzo Caputo, 17 anni, diplomato del corso triennale. È arrivato da Scampia e, ora, non vede l’ora di cominciare a lavorare. Ha entusiasmo e una grande voglia di mettersi in gioco. «Enrico Bracalente», dice, «ha dato a noi ragazzi la possibilità di tornare a sperare».