Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 05 ottobre 2024
 
 

Bagnasco sul lavoro: urge sviluppo

19/03/2012  Il cardinale di Genova richiama alla coesione sociale e chiede investimenti. Perché, dopo l'emigrazione delle teste non vengano cancellati anche i corpi delle aziende.

Il discorso è per Genova, ma i temi toccati dal cardinale Angelo Bagnasco nell’omelia  per la consueta messa con il mondo del lavoro che si celebra ogni anno per la festività di San Giuseppe, riguardano tutta l’Italia.


     «Si dice che bisogna ristrutturare le aziende, e questo spesso è vero», ha detto l’arcivescovo della città ligure e presidente della Cei, «ma la ristrutturazione in sé, senza cercare commesse  in Italia e per il mondo non  crea lavoro. E allora, ridefinire e risanare – mi chiedo – si riduce a una operazione di finanza oppure è un impegno di reale sviluppo e quindi di crescita lavorativa?».
 
Il cardinale Bagnasco, pur offrendo spunti di speranza, è preoccupato per la situazione di crisi e sprona la comunità a cercare la coesione e a essere disposta ai sacrifici. Purché non siano fine a se stessi.  Occorre «vedere un orizzonte vero, non delle parole che si ripetono  inconcludenti; avere certezze non promesse, perché i tempi stringono e le ristrettezze diventano sempre più pesanti sulle spalle delle famiglie».

E aggiunge: «Senza meta le forze dei naviganti si scoraggiano e si affievoliscono, i remi diventano troppo pesanti e le braccia si arrendono: la barca va alla deriva. Ma se appare l’orizzonte vero, allora i sacrifici si moltiplicano e capacità nuove si sprigionano».
Pur premettendo che la Chiesa non ha soluzioni tecniche da proporre, il cardinale non si sottrae a indicare delle strade e a mettere in guardia dai pericoli: «Per creare futuro dobbiamo mettere in conto anche eventuali disagi temporanei, ma è la visione d’insieme non il proprio particolare che deve ispirare e sostenere. D’altra parte, salvare il particolare a scapito dell’insieme quanto giova al particolare stesso?».

E ancora sulla delocalizzazione delle aziende insiste: «Si dice che importante è non perdere posti di lavoro, ed è già un punto fondamentale; ma se la “testa” di un’azienda emigra, il resto del corpo quanto potrà resistere? Si dice che è da difendere la forza lavoro, ed è giusto, ma non ci si può accontentare di questo: se si lascia che la tecnologia prenda le ali, non diventeremo un luogo di assemblaggio? E allora, oltre ad aver perso professionalità e ingegno, quanto sarà sicuro il lavoro residuo?».

E conclude dicendo che «perché questo non accada è necessario non solo mantenere la tecnologia, ma bisogna investire e farla crescere: quanto più le difficoltà sono grandi tanto più urgente è lo sviluppo, bisogna  puntare in alto: conservare, mettere delle pezze, è qualcosa ma è pericoloso».

I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo