Da Panama, dove si trova per partecipare alla XXXIV Giornata mondiale della gioventù, il cardinale Gualtiero Bassetti ha commentato al Sir: «Se non si riscopre il concetto di umanità e la logica del Samaritano, per cui l'altro che sta ai margini della strada per un motivo o per un altro è un altro me stesso e ha le stesse necessità umane che ho io, non si risolveranno mai i problemi: nè con leggi più strette nè con leggi più larghe. L'umanità: l'altro è un altro me stesso». «Il problema dell'immigrazione - osserva il presidente della Cei - è un fatto non contingenziale, cioè di un momento o di un'epoca. È un fatto strutturale». «Aveva ragione il cardinale Angelo Scola quando diceva che la nostra società va verso un meticciato», prosegue Bassetti che mette in guardia: «O noi sapremo accogliere, sapremo integrare, sapremo accompagnare o, altrimenti, sarà un conflitto perenne. Non c'è altra alternativa: o ponti - e il Papa e la Chiesa in questo momento stanno lanciando ponti nei confronti di chiunque - e dialogo - come aveva detto Giovanni XXIII - oppure muri e scontro». «O l'umanità va verso una pace per tutti gli uomini o sarà il conflitto, la distruzione». Per il cardinale, «i politici devono essere sempre lungimiranti. Guardare quello che sarà dopo, saper cogliere i segni dei tempi - cosa succederà fra uno, due o tre anni». «Non si può fare soltanto la politica dell'immediato, altrimenti davvero si perde il senso della storia. La storia cammina, la primavera viene, diceva La Pira. Ma se non colgo i segni di questa primavera è terribile perché mi costringo a rimanere nell'inverno».
Il Tavolo Asilo nazionale: «Sconcerto e indignazione»
Il Tavolo Asilo nazionale composto da A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Associazione Papa Giovanni XXIII, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CIR, CNCA, Comunità di Sant'Egidio, Emergency, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Intersos, Legambiente, Mèdicins du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Oxfam Italia, Save the Children, Senza Confine ha espresso «sconcerto e indignazione. Ancora una volta stanno emergendo le contraddizioni e l'inadeguatezza delle misure adottate nella gestione dell'accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Con brevissimo preavviso, ad oltre 300 persone ospiti del centro, tra cui 14 minorenni, è stato comunicato che saranno obbligate a lasciare la struttura entro il 31 gennaio. I primi trasferimenti fuori regione sono iniziati già ieri e continueranno nei prossimi giorni, senza tener conto dei percorsi d'inclusione, scolastici, lavorativi e di formazione, intrapresi. Tra gli ospiti del centro, inoltre, ci sono uomini e donne ai quali, a causa del trasferimento, sarà impedito di proseguire i percorsi di riabilitazione e di cura per le violenze subite in Libia. Non tutti, però, troveranno accoglienza altrove: sono circa 150 i titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari ai quali la legge non garantisce alcuna soluzione alternativa e che rischiano di finire nella marginalità, lasciati per strada, tra questi diversi vulnerabili. Spiace costatare che ancora una volta non è tenuto in alcuna considerazione l'interesse delle persone e delle comunità coinvolte». «Facciamo appello al Presidente del Consiglio, al Governo e al Parlamento - oltre che alle istituzioni locali - affinchè sia garantita a tutte le persone coinvolte una valutazione individuale dei percorsi di integrazione avviati ai fini del trasferimento in strutture nel territorio e non fuori regione; che sia garantita a tutti i minorenni iscritti a scuola la continuità del percorso di istruzione e che nessuno sia lasciato per strada»