La prima volta di un cardinale a processo penale nella Città del Vaticano. La prima volta di una condanna. Il tribunale guidato da Giuseppe Pignatone, dopo 86 udienze, ha concluso il “processo” del secolo con una sentenza di cinque anni e sei mesi di reclusione a carico di Angelo Becciu oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e 8 mila euro di multa. Il cardinale era accusato di peculato, abuso d'ufficio e subornazione di testimone.
In mattinata Pignatone, prima che si riunisse la camera di consiglio per il verdetto, aveva ringraziato tutte le parti, i collaboratori, i cancellieri e quanti hanno preso parte, ciascuno dalle sue posizioni, al giudizio che era cominciato con il rinvio a giudizio degli imputati il 3 luglio 2021.
Tutto è ruotato attorno alla gestione di fondi - circa 650 milioni di euro – della sezione Affari generali della Segreteria di Stato, all’epoca guidata dal cardinale Angelo Becciu, che non sono stati collocati presso lo Ior e l’Apsa (amministrazione patrimonio sede apostolica), ma utilizzati per altri fini, in primis, la contestata acquisizione di un palazzo di lusso a Londra. Un tesoretto, derivato in gran parte dall’obolo di San Pietro, che, secondo l’accusa – ora confermata - che è approdato, nel 2012, per 200 milioni, nel fondo lussemburghese Athena Capital Global Opportunities, del finanziere Raffaele Mincione. Lo stesso finanziere da cui, in parte nel 2014 e poi nel 2018 quando Becciu era stato sostituito da Peña Parra, il Vaticano acquista il palazzo di Londra.
Ancora il cardinale Becciu avrebbe avuto in programma di destinare, con l’operazione Falcon Oil, 250 milioni di dollari in una piattaforma petrolifera in Angola, dove era stato nunzio.
Tutte operazioni in perdita che portano un buco, nelle casse del Vaticano, di centinaia di milioni di euro.
Queste le tappe della vicenda:
2013 – La sezione Affari generali della Segreteria di Stato, dopo aver esaminato e scartato un investimento in Angola, acquista il 45 per cento del fondo Athena Global gestito dal Wrm gruop, (il restante 55 per cento è del finanziere Raffaele Mincione.
2014 Con 200 milioni di dollari depositati nella Credit Suisse di Lugano viene acquisito da Mincione il palazzo di Sloane Avenue 60, Londra.
15 agosto 2018 – Il Papa nomina Edgar Peña Parra nuovo Sostituto della Segreteria di stato al posto di Angelo Becciu.
settembre 2018 – Il Vaticano comincia a perdere sia sul fondo lussemburghese che sul palazzo di Londra sul quale ha acceso un mutuo molto oneroso (8 per cento).
novembre 2018 – Peña Parra esce dal fondo lussemburghese e incarica il finanziere italiano Gianluigi Torzi di concludere l'acquisto dell'intero immobile di Londra per ulteriori 44 milioni di sterline. Torzi ne resta amministratore fino ad aprile 2019 quando incassa 10 milioni di sterline a titolo di chiusura anticipata del contratto di gestione.
giugno 2019 – La Segreteria di Stato, prima sezione, chiede allo Ior 150 milioni per rifinanziare il mutuo sull'immobile.
luglio 2019 – Lo Ior, assieme al Revisore Generale, ritiene la richiesta non conforme alle regole e invia le carte al Promotore di Giustizia.
Luglio 2021 rinvio giudizio e inizio del processo. Gli imputati sono 14, di cui 10 persone fisiche: il cardinale Angelo Becciu, monsignor Mauro Carlino, Enrico Crasso, Raffaele Mincione, Fabrizio Tirabassi, Cecilia Marogna, Gianluigi Torzi, Nicola Squillace, Renè Bruelhart, Tommaso Di Ruzza) e 4 società (Logsic Humitarne Dejavnosti con sede in Slovenia, la Prestige Family Office Sa, la Sogenel Capital Investment e la HP Finance LLC).
Il promotore di Giustizia Alessandro Diddi, aveva chiesto complessivamente 73 anni. La pena più alta, 13 anni e 3 mesi oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e 18.750 euro di multa, per Fabrizio Tirabassi, già dipendente del reparto amministrativo della Segreteria di Stato. Per il card. Angelo Becciu chiesti 7 anni e 3 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa; per Renè Bruelhart, ex presidente dell'Aif oggi Asif 3 anni e 8 mesi di reclusione, interdizione temporanea dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa; per mons. Mauro Carlino, già segretario di Becciu, 5 anni e 4 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 8.000 euro di multa; per l'ex consulente finanziario della segreteria di Stato, Enrico Crasso: 9 anni e 9 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 18.000 euro di multa; per l'ex direttore Aif Tommaso Di Ruzza: 4 anni e 3 mesi di reclusione, interdizione temporanea dai pubblici uffici e 9.600 euro di multa; per Cecilia Marogna, manager sarda, 4 anni e 8 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa; per il finanziere Raffaele Mincione: 11 anni e 5 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 15.450 euro di multa; per l'avvocato Nicola Squillace: 6 anni di reclusione, sospensione dall'esercizio della professione e 12.500 euro di multa; per il broker Gianluigi Torzi: 7 anni e 6 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 9.000 euro di multa.