Duemila presenze giornaliere dal momento dell’apertura ad oggi per un solo padiglione della Biennale di Venezia è senz’altro un record difficilmente battibile, a una ventina di giorni dalla chiusura della 54° Esposizione Internazionale d’arte. Si tratta del padiglione ucraino che è stato ospitato eccezionalmente nel cuore del centro storico veneziano, nella chiesa di San Fantin, chiusa da quasi due decenni, e riaperta dalla Curia veneziana per dare collocazione a questa singolarissima installazione dell’artista ucraina Oksana Mas. L’opera intitolata “Post – vs - proto – Renaissance” è una sezione della monumentale rappresentazione-interpretazione del celebre polittico rinascimentale dei fratelli Van Eyck “I giardini del paradiso” realizzato per una pala d’altare nella città fiamminga di Gand. L’installazione intera misura 134 metri di lunghezza per 92 di altezza.
Anche i numeri dei ‘materiali’ per la composizione sono da primato: tre milioni e 640 mila uova di legno dipinte disposte in modo tale che, come un mosaico, da distante si veda la riproduzione del capolavoro fiammingo, mentre da vicino ogni singolo uovo illustra un simbolo del male, del peccato. Per realizzarli l'artista ha fatto dipingere le uova a migliaia di persone di ogni categoria e censo, dai carcerati agli intellettuali, di ben 42 differenti Paesi. Il senso dell’operazione della Mas, che vive e opera ad Odessa, è quella di esplicitare gli errori umani per arrivare a una sorta di redenzione: una confessione pubblica preludio necessario di una futura salvezza.
Quello del padiglione ucraino è un exploit con pochi precedenti davvero (oltre trecentomila visitatori) se si pensa che è riuscito a attirare quasi lo stesso numero di pubblico dell’intera sede dei Giardini, che storicamente ospita l’intera Esposizione d’arte. L’installazione sarà visitabile fino al 27 novembre.