(In copertina, foto Ansa: agenti della Catturandi di Palermo durante un arresto. Qui sopra, da sinistra: Leo Gullotta, Massimo Ghini, Anita Caprioli e Alessio Boni nella serie "Catturandi")
Uomini senza volto. Si mostrano ai cittadini, ai fotografi e alle telecamere nascosti dietro un passamontagna, per motivi di sicurezza personale, quando mettono a segno un arresto eccellente, la cattura di un pezzo grosso della criminalità organizzata. Sono gli agenti della Catturandi, sezione d'élite della squadra mobile della Polizia di Palermo, dedita alla lotta contro la mafia. Poliziotti super specializzati, addestrati per svolgere funzioni molto particolari con uno scopo preciso: l'individuazione e la cattura dei boss latitanti. Proprio per l'estrema delicatezza e pericolosità del loro compito, la loro vita è spesso sotto minaccia.
«Sono degli eroi moderni, nell'ombra, che sacrificano la loro vita». Nell'intervista pubblicata nel numero 37 di Famiglia Cristiana li definisce così l'attore Alessio Boni, uno dei protagonisti della fiction Catturandi. Nel nome del padre, in onda da questa sera, 12 settembre, su Raiuno per sei puntate, con la regia di Fabrizio Costa. Oltre a Boni - che interpreta il ruolo di un imprenditore del Nord Italia approdato in Sicilia per affari - nel cast figurano Anita Caprioli, Massimo Ghini e Leo Gullotta. La serie, girata a Palermo e dintorni, racconta in Tv la lotta tra Stato e mafia dal punto di vista degli agenti di questa squadra speciale siciliana.
Costituita nel 1995, la sezione "Catturandi" di Palermo ha contribuito all'arresto di almeno una trentina di boss di Cosa Nostra. Fra questi Bernardo Provenzano nel 2006, dopo decenni di latitanza, Giovanni Brusca nel 1996, Salvatore Lo Piccolo e il figlio Sandro, insieme ad altri due latitanti, Andrea Adamo e Gaspare Pulizzi, nel 2007, Domenico Raccuglia nel 2009 (era latitante dal 1996), Gianni Nicchi sempre nel 2009. Attraverso la sorveglianza elettronica e le intercettazioni, gli agenti hanno il compito di raccogliere le prove che conducono all'individuazione del luogo in cui un latitante si nasconde e al suo arresto. Un lavoro minuzioso, certosino, paziente, che spesso, per arrivare al risultato, richiede anni e anni di indagini complesse, fatiche, frustrazioni.
Oltre che a Palermo, le sezioni "Catturandi", con compiti di investigazione sulla criminalità organizzata e ricerca dei latitanti, sono istituite presso numerose altre squadre mobili delle 103 questure italiane, come Milano, Roma, Napoli e Reggio Calabria. Negli anni passati sulle attività di questo reparto sono stati scritti dei libri, come 100% sbirro. Avventure e disavventure di un poliziotto della Catturandi, La Catturandi-La verità oltre le fiction e Catturandi. Da Provenzano ai Lo Piccolo: come si stana un pericoloso latitante. L'autore è un poliziotto che ha operato nel reparto di Palermo per 18 anni e la cui identità è nascosta dietro l'acronimo I.M.D. Con la serie di Raiuno per la prima volta questa squadra viene raccontata sul piccolo schermo. «Moltissima gente in Italia non conosce neppure l'esistenza della "Catturandi"», commenta Boni nell'intervista. «E' davvero importante affrontare temi sociali in televisione, parlare di mafia».