(Foto Ansa: i genitori di Charlie Gard)
Il 4 agosto del 2017 avrebbe compiuto un anno. Ma, come era tristemente previsto, non è riuscito ad arrivarci. Il piccolo Charlie Gard, il bambino britannico affetto da una malattia termonale incurabile, si è spento, chiudendo un'odissea dolorosa che ha commosso l'opinione pubblica mondiale per mesi. A dare il lapidario annuncio della morte sono stati i suoi genitori, Connie Yates e Chris Gard: "Il nostro splendido bambino se n'è andato. Siamo veramente orgogliosi di Charlie". Anche papa Francesco si è espresso con un tweet: "Affido al Padre il piccolo Charlie e prego per i genitori e le persone che gli hanno voluto bene".
Charlie era affetto dalla rarissima sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, una patologia degenerativa che provoca il progressivo deperimento muscolare. Non è morto nella sua casa, come avevano richiesto con forza i suoi genitori, ma in un "hospice" dove è stato privato del respiratore che lo teneva in vita. La vita fragile di Charlie è stata al centro di una vicenda legale ed etica, cominciata lo scorso marzo, quando i coniugi Gard si sono appellati all'Alta corte di Londra contro il Great Ormond Street hospital che aveva suggerito di staccare la spina del respiratore al bambino. La Corte non ha accolto l'istanza dei genitori e ha affermato che i medici possono staccare la spina anche contro il parere del padre e della madre.
La battaglia dei Gard è arrivata fino alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Una svolta è sembrata arrivare quando all'inizio di luglio l'ospedale Bambino Gesù di Roma si è offerto di ospitare Charlie sottoponendolo a un nuovo protocollo di trattamenti. Ma dopo le valutazioni sulle condizioni del bambino effettuate dal neurologo statunitese Michio Hirano, i genitori di Charlie hanno deciso con immensa sofferenza di chiudere la loro battaglia legale. Il 27 luglio la giustizia londinese ha deciso che Charlie fosse trasferito dall'ospedale all'"hospice", dove è stata interrotta la terapia per tenerlo in vita artificialmente.