La mensa dell'ospedale allestito a Bergamo presso i padiglioni della Fiera. Qui lavorano anche i volontari della brigata della famiglia Cerea del ristorante tristellato Da Vittorio a Brusaporto.
Ristoranti che hanno chiuso i battenti ormai da settimane, chef e cuochi non si fermano e stanno dando anche loro una grande mano per far fronte al coronavirus. Come volontari insieme alle loro brigate di cucina e ai famigliari si sono messi all'opera per chi lavora in corsia e per gli operai che stanno costruendo gli ospedali d'emergenza allestiti in questi giorni soprattutto in Lombardia per fare fronte al continuo aumento di persone che hanno bisogno di essere ricoverate.
Lo chef stellato vicentino Carlo Cracco, che con il suo elegantissimo ristorante in Galleria Vittorio Emanuele ha servito le cene più elegante a vip e appassionati di alta cucina, ora sta preparando100 pasti al giorno per gli operai che stanno lavorando giorno e notte alla costruzione del nuovo ospedale presso la Fiera di Milano. Come ha dichiarato anche al Corriere della Sera. «Il nostro è un piccolo contributo, per farli sentire meno a disagio gli addetti. Siccome nella struttura non c’è la mensa e noi tutti siamo a casa con il ristorante chiuso abbiamo dato la nostra disponibilità».
Gli chef bergamaschi Chicco e Bobo Cerea, titolare con la famiglia del ristorante "Da Vittorio", tre stelle Michelin a Brusaporto, curerà invece la cucina dell’ospedale da campo in corso di allestimento alla Fiera di Bergamo, dove opereranno anche i volontari dell'Associazione Nazionale Alpini. «Siamo pronti a dare la nostra piena collaborazione. Ci siamo offerti di cucinare per il personale sanitario, i pazienti, gli ausiliari, ma abbiamo bisogno di materie prime. Chiediamo sostegno e solidarietà a tutti coloro che hanno la possibilità di fornirne: vi prego, aiutateci. Solo insieme possiamo farcela».
L'Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba ha risposto immediatamente all'emergenza Coronavirus e ha aderito alla campagna della Regione Piemonte “Insieme possiamo fermarlo” con l'aiuto degli chef del mondo della gastronomia piemontese: ciascuno di loro farà una donazione e girerà una video ricetta che verrà condivisa sulla pagina Instagram della Fiera @tartufobiancoalba.
«Abbiamo mobilitato tanti chef che, con grande entusiasmo, hanno accettato la nostra sfida. In questo modo contribuiremo a raccogliere fondi e a diffondere l’importante campagna lanciata dal Piemonte, perché ogni chef a sua volta potrà coinvolgere altri colleghi. Siamo convinti che, tutti insieme, riusciremo a superare questo momento così complesso», spiega la pesidente dell'Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba Liliana Allena.
Sono già moltissimi gli chef che hanno aderito. La presidente Allena ha dato il via all'iniziativa benefica con una video ricetta per la colazione, passando poi la palla a Davide Palluda, chef del Ristorante All'Enoteca di Canale, che ha cucinato una Tarte Tatin. Altri gli chef che hanno già aderito: Ugo Alciati, chef di “Guido Ristorante, Villa Contessa Rosa” di Fontanafredda, Massimo Camia, del Ristorante “Massimocamia” di La Morra, Matteo Baronetto "Del Cambio” di Torino, Michelangelo Mammoliti del Ristorante "La Madernassa" di Guarene, Giampiero Vivalda del Ristorante "Antica Corona Reale" di Cervere, Walter Ferretto Ristorante “Ilcascinalenuovo” a Isola d'Asti, Federico Zanasi del Ristorante "Condividere" presso la Nuvola Lavazza di Torino, Alfredo Russo del Ristorante "Dolce Stil Novo" presso la Reggia di Venaria.
L’attività dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba non si è mai interrotta, supportando le campagne di raccolta fondi della Regione Piemonte e tutte le straordinarie iniziative che stanno nascendo grazie alla disponibilità della rete degli chef piemontesi. In questi momenti difficili sta cercando di rafforzare il senso di comunità tra tutti i soggetti che nel corso degli anni hanno contribuito a far diventare grande la Fiera.
L’Ente è in stretto contatto con gli chef tristellati Chicco e Bobo Cerea per quanto stanno organizzando a Bergamo, ma anche con gli chef piemontesi che si stanno attivando per la gestione dei pasti presso il Nuovo Ospedale Alba-Bra sito a Verduno.
Ma c’è anche un’altra realtà. Una realtà che lontana dai banchi di scuola, in quanto chiuse, vuole aiutare come può. Riccardo Tiritiello di 19 anni, cresciuto in quartiere difficile del Milanese, Quarto Oggiaro, dove frequenta l’ultimo anno dell’Istituto di Paolo Frisi e che ha nel cassetto il sogno di diventare un grande chef. Ora di grande ha già il cuore; colpito dalle tante immagini dei dottori e degli infermieri dell’ospedale Sacco di Milano, impegnati nella "guerra" al virus", per salvare centinaia di pazienti, ha convinto suo padre e suo nonno, proprietari di una gastronomia, a cucinare per loro.
Oggi ha iniziato questa grande iniziativa che vorrebbe continuare a ripetere insieme ad altri e proprio per questo ha creato la mail chefincorsia@gmail.com per cercare ristoratori, gastronomie e pasticcerie che vogliano aiutare “i tanti medici che con turni incredibili donano se stessi per i tanti pazienti”. Hanno aderito Pasticceria Angela Milano che ha donato dolci e pasticcini e oggi anche Eataly e altre realtà della ristorazione. La raccolta cibo sarà presso il mercato rionale di Quarto Oggiaro (Via Traversi 19) per poi procedere al vicino Ospedale Sacco