Leggendo sul sito del Ministero delle imprese e del made in Italy la descrizione del francobollo dedicato all’economista Maffeo Pantaeloni (Frascati 1857- Milano 1924) nel centenario della scomparsa a nessuno verrebbe in mente che si tratta di un ennesimo omaggio a un uomo che ha appoggiato il fascismo e ha promosso l’antisemitismo. L’asciutta descrizione del francobollo recita così: “La vignetta raffigura un ritratto di Maffeo Pantaleoni, illustre economista italiano dei secoli XIX e XX, affiancato, a sinistra, dal titolo della sua opera più rappresentativa “principii di economia pura”, del 1889, che impresse una svolta metodologica e analitica rispetto agli studi economici dell’epoca”. E che Pantaleoni sia stato un celebre economista riconosciuto anche a livello internazionale non è messo in discussione dalle biografie che si trovano su di lui in rete, tanto che c’è perfino un istituto professionale a Frascati intitolato a lui. Biografie in cui si legge anche che, in linea con la sua visione del fenomeno sociale fondata su una filosofia dell’individualismo e su un’idea forte di evoluzionismo a base selettiva, in cui si riconosce l’influenza del darwinismo sociale di Herbert Spencer (1820-1903), aderì prima al nazionalismo intorno al 1910, poi all’interventismo al tempo della Prima guerra mondiale, successivamente all’impresa dannunziana di Fiume nel 1920, e infine al fascismo. Alla base vi era la sempre più radicata persuasione che individuava nel socialismo il più insidioso nemico della liberal-democrazia (in versione individualista) e del progresso. Ma l’aspetto più sconcertante fu il suo contributo ad accreditare come autentici i falsi Protocolli dei Savi di Sion (creati dalla polizia segreta zarista, con l'intento di diffondere l'odio verso gli ebrei nell'Impero russo e che nonostante la comprovata falsità, riscossero comunque ampio credito in ambienti antisemiti e antisionisti, e rimangono tutt'oggi la base ideologica, soprattutto tra partiti o movimenti islamisti e fondamentalisti islamici in Medio Oriente, per avvalorare la teoria della cosiddetta cospirazione ebraica che su cui si fondò l’antisemitismo che sfociò poi nelle leggi razziali e nella Shoah). Il ruolo di Pantaleoni ne promuovere in Italia questi falsi documenti è stato analizzato nel volume di Luca Michelini (Professore Ordinario di Storia del pensiero economico presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pisa.) Alle origini dell’antisemitismo nazional-fascista. Maffeo Pantaleoni e «La Vita italiana» di Giovanni Preziosi (1915-1924) edito da Marsilio nel 2011 dove si legge Pantaleoni, attraverso il periodico «La Vita italiana», che ospitò la maggioranza delle sue esternazioni antisemite, si pose «al vertice, negli anni 1915-1924, di un complesso movimento» in cui la «campagna antiebraica fu una componente essenziale di quel moto politico, culturale, economico e sociale che portò Mussolini al potere».
Questo discusso aspetto del pensiero di Pantaleoni ha portato, in relazione al francobollo emesso il 29 ottobre, a un’interrogazione parlamentare del senatore Pd Dario Parrini che così scrive. «È la seconda volta in meno di cinque mesi che il governo di Giorgia Meloni dedica un francobollo di Stato a una personalità conclamatamene e esasperatamente antisemita (peraltro scavalcando la Consulta Filatelica, comprendente esperti chiamati a esprimere un parere sulla fondatezza storica delle scelte. È un fatto molto grave». A giugno, sottolinea il senatore, era stato emesso un francobollo in onore di «Italo Foschi, squadrista e persecutore di ebrei durante la Rsi. Oggi per Pantaleoni, che volle pubblicare in Italia il Protocollo dei Savi di Sion».