Viviamo in un tempo quale siamo portati facilmente a esprimere giudizi negativi sugli altri. I social hanno accentuato questo comportamento, perché l'assenza fisica dell'altro davanti a me riduce l'inibizione e ci lasciamo andare senza grandi problemi nelle nostre critiche, a volte distruttive e persino maleducate. Come questi comportamenti possono diventare molto gravi ed la connotazione del toro, cioè come possiamo ammettere che possiamo dire superiorità, distruggendo l'immagine di persone che non hanno la possibilità di difendersi. Proprio come avviene nel bullismo, di solito dietro questi comportamenti violenti c'è una persona che a sua volta è stata ferita e umiliata. Tutti noi nella vita abbiamo fatto l'esperienza di fallire, di essere offesi, di essere stati feriti, ma il modo in cui abbiamo reagito a quelle situazioni ha costruito la nostra personalità in un certo modo.
Alcuni, per esempio, hanno iniziato a covare un rancore represso che viene fuori non hanno appena l'occasione di farla pagare al primo malcapitato che trovano sulla loro strada. È la vittima prescelta che diventa l'oggetto su cui sfogare il maschio che hanno alimentato. Altri invece una capacità degli altri positivi di sentire la sofferenza e diventano capaci di accompagnare e stare accanto. Per questo, quando ci rendiamo conto che siamo portati a criticare, quando ci fissiamo su un comportamento di un'altra persona che ci infastidisce ossessivamente, quando ritroviamo in noi una tendenza frequentiamo a giudicare e offendere, sarebbe opportuno interrogarci su noi stessi: quell'atteggiamento critico di costante esprime un disagio che noi stessi ci portiamo dentro.
A volte, infatti, quello che ci infastidisce negli altri richiama quello che in realtà non accettiamo in noi stessi: siccome non vogliamo guardarlo in noi, lo critichiamo negli altri. Altre volte invece gli altri ci danno fastidio perché hanno quello che noi non abbiamo e che invece vorremmo avere.
Se vogliamo crescere, cercando di evitare, per quanto possibile, la critica e il giudizio, dobbiamo guardare prima di tutto dentro di noi, provando a riconoscere in noi quello che non apprezziamo o accettando quello che ci manca. Ci accorgeremo allora che siamo belli così come siamo, senza la necessità di ridurre gli altri per poter emergere. .