L’attuale struttura dell’anno liturgico
è il risultato di una progressiva evoluzione
storica per poter celebrare e comunicare
sempre la stessa fede secondo le esigenze
pastorali di ogni epoca. Già nel IV secolo vi
è una Quaresima di 40 giorni computati
a ritroso a partire dal Venerdì Santo fino
alla prima domenica di Quaresima. Persa
l’unità dell’originario triduo pasquale (VI
secolo), la Quaresima risultò di 42 giorni,
comprendendo il Venerdì e il Sabato Santo.
Gregorio Magno (+ 604) trovò scorretto
considerare come penitenziali anche le sei
domeniche (compresa quella delle Palme).
Pertanto per ottenere i 40 giorni (che senza
le domeniche sarebbero diventati 36!)
anticipò, per il rito romano, l’inizio della
Quaresima al mercoledì (che diventerà
“delle ceneri”). Attualmente la Quaresima
termina prima della Messa nella Cena del
Signore. Ma per ottenere il numero 40,
escludendo le domeniche, bisogna, come
al tempo di Gregorio Magno, conteggiare
anche il triduo pasquale.