Massimo 15 partecipanti, tutti a distanza di almeno un metro l’uno dall’altro e indossando mascherine e guanti. La cerimonia dovrà durare il tempo strettamente necessario e una volta terminata vanno evitati assembramenti, come cortei e altro, assicurandosi che i partecipanti si allontanino. È preferibile scegliere un luogo all’aperto ma se viene celebrato al chiuso, cioè in chiesa, si chiede che esso sia previamente sanificato. E se dovesse contestualmente avere luogo la Messa per il defunto, che vengano evitati contatti fisici fra i presenti, come lo scambio del segno della pace.
Queste le modalità per la celebrazione dei funerali a partire dal 4 maggio come previsto dal governo nell'ultimo Dpcm annunciato dal premier Conte domenica scorsa. Giovedì, infatti, il prefetto Michele di Bari, capo Dipartimento Libertà civili e immigrazione del Viminale, ha inviato un'articolata comunicazione, indirizzandola a monsignor Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Contemporaneamente, è stata inviata una circolare a tutti i prefetti, con allegata la lettera, affinché prendano visione delle nuove disposizioni in vigore dal 4 maggio.
Nel documento, che ha la veste di una risposta al «quesito in ordine alla celebrazione della cerimonia funebre a seguito dell’emanazione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19», si ricorda come «con il recente D.P.C.M. del 26 aprile u.s., sono state emanate nuove disposizioni in materia di contenimento dell’epidemia virale da Covid-19, avviando un processo di graduale ripartenza delle attività sospese a seguito della pandemia e riconsiderando alcune delle misure più restrittive finora previste».
La tutela della salute pubblica e l’esigenza di non vanificare gli importanti sforzi fin qui compiuti, scrive il Viminale, «ancora nella situazione attuale richiede la limitazione di diversi diritti costituzionali, fra i quali anche l’esercizio della libertà di culto». Poi, nel testo, viene citato «l’articolo 1 comma 1 lettera i» del Dpcm, che prevede come a decorrere dal 4 maggio siano «consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino ad un massimo di 15 persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro».
Se si celebra la Messa, niente segno della pace
Una misura, ricorda il prefetto di Bari, «connessa all’attuazione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19». Per tale ragione, prosegue, «la celebrazione delle cerimonie funebri deve essere circoscritta esclusivamente in un edificio di culto o in un luogo all’aperto».
Poi seguono le raccomandazioni vere e proprie: «Si avrà cura, quindi, che i partecipanti si allontanino quanto prima dal luogo della celebrazione, evitando la formazione di assembramenti ovvero di cortei di accompagnamento al trasporto del feretro». Il Viminale riconosce peraltro come «la forma liturgica della celebrazione rientra nella competenza dell’autorità ecclesiastica, secondo un prudente apprezzamento legato alle diverse situazioni nei vari territori, le tradizioni e le consuetudini locali», ma auspica che si assicuri «che la cerimonia si svolga in un tempo contenuto». In particolare, si legge, «i riti dell’ultima commendatio e della valedictio del defunto, sono rimessi, allo stesso modo, alla competente autorità ecclesiastica, ovviamente da compiersi nel medesimo luogo in cui viene celebrato il rito esequiale».
Importante è anche l'annotazione successiva: «Nel caso in cui venga celebrata la Messa, deve essere evitato il contatto fisico come, per esempio, lo scambio del segno della pace, in continuità con le disposizioni ecclesiastiche già emanate», si legge nella lettera del prefetto. E in conclusione, si ribadisce che «la celebrazione esequiale in ogni caso è consentita con il rispetto di tutte le norme precauzionali previste in tema di contenimento dell’emergenza epidemiologica in corso». In particolare, si legge, «è prescritto che i partecipanti indossino idonei dispositivi di protezione delle vie respiratorie e mantengano le distanze interpersonali previste, assicurandosi, in caso di celebrazione al chiuso, che il locale abbia una capienza adeguata al richiesto distanziamento e sia previamente sanificato».