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sabato 10 giugno 2023
 
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Coronavirus, le sante e i santi più invocati

11/03/2020  «A peste, fame et bello libera nos Domine» si pregava in passato, spesso invocando l'intercessione di donne e uomini di Dio. Da santa Rita a san Rocco, da santa Rosalia a san Michele Arcangelo e a don Bosco: ecco l'originale elenco. La preghiera della Cei alla Salus infirmorum, Maria salute dei malati. Le iniziative nei santuari d'Italia

La statua di San Rosso esposta a Torrepaduli (foto tratta dal sito PiazzaSalento.it)
La statua di San Rosso esposta a Torrepaduli (foto tratta dal sito PiazzaSalento.it)

Epidemie, pestilenze, contagi. In queste occasioni si prega Dio rivolgendosi spesso ad alcuni santi “speciali”, di cui s'implora l'intercessione. Come santa Rita e san Rocco, il pellegrino di Montpellier che attraversò l’Italia per curare e toccare gli appestati. Ma anche san Michele Arcangelo, sant’Antonio abate, San Gennaro (qui il link per ascoltare l’atto di affidamento da parte del cardinale Sepe) San Cristoforo e san Sebastiano, santa Giacinta, San Giovanni Bosco e Santa Rosalia. In questi giorni di stop alle celebrazioni, da Nord a Sud, la devozione popolare invoca incessantemente la protezione di questi Santi, molti dei quali, va ricordato, sono diventati patroni delle città proprio per averli liberati da epidemie mortali, a cominciare dalla peste nel Seicento.

La preghiera della Cei alla Salus Infirmorum

L’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della Cei ha predisposto una preghiera per questo tempo di emergenza legato al Coronavirus: «O Dio onnipotente ed eterno, ristoro nella fatica, sostegno nella debolezza: da Te tutte le creature ricevono energia, esistenza e vita. Veniamo a Te per invocare la tua misericordia poiché oggi conosciamo ancora la fragilità della condizione umana vivendo l’esperienza di una nuova epidemia virale.

Affidiamo a Te gli ammalati e le loro famiglie: porta guarigione al loro corpo, alla loro mente e al loro spirito. Aiuta tutti i membri della società a svolgere il proprio compito e a rafforzare lo spirito di solidarietà tra di loro. Sostieni e conforta i medici e gli operatori sanitari in prima linea e tutti i curanti nel compimento del loro servizio. Tu che sei fonte di ogni bene, benedici con abbondanza la famiglia umana, allontana da noi ogni male e dona una fede salda a tutti i cristiani. Liberaci dall’epidemia che ci sta colpendo affinché possiamo ritornare sereni alle nostre consuete occupazioni e lodarti e ringraziarti con cuore rinnovato. In Te noi confidiamo e a Te innalziamo la nostra supplica perché Tu, o Padre, sei l’autore della vita, e con il tuo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, in unità con lo Spirito Santo, vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Maria, salute degli infermi, prega per noi!».

A Norcia s'invoca Santa Rita

A Santa Rita, la santa dei casi impossibili e disperati, che durante la sua esistenza curò i malati di peste nel lazzaretto di Roccaporena, ha dedicato una speciale preghiera l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo. Sempre a lei si è rivolta la madre priora del Monastero Santa Rita di Cascia, suor Maria Rosa Bernardinis, pregando davanti all’urna che custodisce il corpo della santa. Ecco il testo della sua invocazione: «In questi tempi difficili che ci vedono fragili e smarriti a causa del virus, mi rivolgo a te amata Santa Rita e chiedo la tua intercessione presso il Signore. Dona a tutti noi la forza dello Spirito, che tu hai saputo accogliere, per affrontare questa prova. Aiuta a non sentirsi soli coloro che sono in isolamento, anzi unisci noi tutti nella potenza della preghiera e nel tuo amorevole abbraccio. Rita, tu che sei sempre stata vicino ai sofferenti, sostieni chi è malato e accompagnalo con premura verso la guarigione. Tu che hai superato molti dolori, accogli in Cielo tutti coloro che hanno perduto la vita a causa del coronavirus e porta conforto alle loro famiglie, donandogli la pace del cuore. Fa’ che alle istituzioni e al personale sanitario non manchino energie e porgi loro la tua mano Rita, perché possano lavorare al meglio per la vita. Fa’ che arrivi il tuo supporto anche a chi si trova in difficoltà per le conseguenze socio-economiche. Aiutaci Santa Rita portando al Padre il nostro bisogno di speranza e guidaci a un domani migliore. Amen».

Nel Salento esposta la statua di San Rocco

Protettore dalla peste e più in generale dalle epidemie è anche san Rocco, il pellegrino vissuto nel XIV secolo che attraversò l’Italia curando e confortando gli appestati. Nei santuari e nelle chiese a lui dedicati, solo in Italia se ne contano circa 3mila, si organizzano preghiera. A Galatone (Lecce) la sua statua è stata esposta sull’uscio della chiesa. Stessa decisione nel santuario di Torrepaduli (Lecce), nel Basso Salento. Tra le preghiere che invocano la sua intercessione, ce n’è una brevissima e molto facile da ricordare: “Rocco, pellegrino laico in Europa, contagiato, incarcerato, tu che hai guarito i corpi e hai portato gli uomini a Dio, intercedi per noi e salvaci dalle miserie del corpo e dell’anima”.

Le frecce di San Sebastiano paragonate ai bubboni della peste

Le ferite causate dalle frecce di cui è trafitto San Sebastiano nell’iconografia classica sono paragonate ai bubboni della peste. Ecco una delle preghiera dedicate a san Sebastiano: “Per quei prodigi strepitosi avvenuti nella tua vita, ti preghiamo, o glorioso martire San Sebastiano, di poter essere sempre animati da quella fede e da quella carità che opera i più grandi prodigi e poter essere così favoriti dalla divina assistenza in tutti i nostri bisogni”.

A Palermo il pellegrinaggio per pregare davanti alle spoglie di Santa Rosalia

Palermo, e non poteva essere altrimenti, invoca Santa Rosalia, la sua patrona che già libero la città dalla peste nel Seicento. In questi giorni tantissimi palermitani salgono sul Santuario del Monte Pellegrino, dove sono custodite le reliquie della “Santuzza” per pregare: «Otto su dieci lasciano sul nostro libro un’invocazione alla santa perché ci liberi dal coronavirus», ha detto don Gaetano Ceravolo, rettore del santuario, a La Stampa. Ceravolo ha sospeso le messe pubbliche, come disposto dalla diocesi, ma tiene aperti il santuario e la grotta zeppa di reliquie, dove grandi cartelli avvertono della distanza di sicurezza da tenere. «Ho spostato le due reliquie della santa, un osso e un dente, più vicino al flusso dei pellegrini», dice. Ci sono scritte in italiano: «Santa Rosalia, fai che ci possano ridare la casa e liberaci da questo virus come hai già fatto tanto tempo fa». Ecco una preghiera per invocare Santa Rosalia: «O cara verginella Rosalia, che con la vostra speciale intercessione liberaste tante volte la nostra patria dai tremendi flagelli dell’ira divina, deh! Intercedete oggi per noi presso il Dio delle misericordie, acciocché non voglia riguardare alla enormità dei nostri peccati per punirci, ma ci accordi invece tempo alla penitenza. Le vostre reliquie che sono in mezzo, ci assicurino della vostra protezione e ci ottengano da Dio la grazia di glorificarlo insieme con voi nel cielo per tutti i secoli dei secoli. Così sia».

L'invocazione del vescovo di Novara Brambilla alla Madonna di Re

A Novara, il vescovo, monsignor Franco Giulio Brambilla, ha pregato davanti all’icona della Beata Vergine del Sangue di Re con questa preghiera: «O Madonna di Re, in quest’ora trepida della malattia, che ci minaccia come un male invisibile, siamo venuti qui davanti a Te a pregarti per tutta la nostra gente. Intercedi presso il tuo Figlio, perché allontani il virus che ci insidia, custodisca i piccoli e le persone fragili, soprattutto i nostri anziani che ci donano la sapienza, assista i malati e doni loro la fede nel periodo della prova. Prega il Bambino Gesù che porti tra le braccia, perché Egli benedica le nostre comunità, benedica la nostra terra, benedica il lavoro delle persone operose, benedica la crescita e lo studio dei ragazzi e dei giovani, benedica le nostre famiglie, benedica tutti coloro che non smettono di essere generosi nella carità».

A Gallipoli esposta l'immagine di Santa Cristina

A Gallipoli, all’ingresso del centro storico è apparsa l’effigie della protettrice Santa Cristina, alla quale il Comitato festa affida la protezione della città: «Che la tenga oggi lontana dal Coronavirus come allora, nel 1867, la liberò dalla peste».

A Bisceglie ostensione straordinaria delle reliquie dei Santi Mauro, Sergio e Pantaleone

Grazie alla loro intercessione, la città di Bisceglie ha superato la peste, il colera, le minacce turche e due guerre mondiali. Ora, al cospetto dell'emergenza Coronavirus, i fedeli tornano a rivolgersi ai Santi Martiri Mauro, Sergio e Pantaleone, protettori della città. Sull'altare della Cattedrale sono state esposte, a partire dalla giornata di domenica 8 marzo, le "braccia dei Santi", reliquie mostrate esclusivamente in occasione di importanti ricorrenze o nei momenti più critici per la comunità biscegliese. «Un gesto», si legge in una nota, «forte e molto sentito di fede - nel silenzio di una "chiesa grande" nella quale sono state sospese, come del resto dappertutto, le celebrazioni eucaristiche - compiuto affinché tutti i cittadini comprendano la gravità della fase che si attraversa. L'invito è a tenere comportamenti responsabili, uscendo di casa il meno possibile ed essendo solidali con coloro i quali stanno perdendo lavoro e certezze».

Maria Ausiliatrice, protettrice dei Salesiani
Maria Ausiliatrice, protettrice dei Salesiani

I Salesiani invitano a pregare una Novena straordinaria a Maria Ausiliatrice

Nella diocesi di Trieste, l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi ha composto una preghiera particolare alla Madonna della Salute «nella prova del coronavirus» (qui il testo). Iniziativa straordinaria anche da parte dei Salesiani con il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, che invita tutti i salesiani e i giovani a rinnovare l’affidamento fiducioso a Maria Ausiliatrice, seguendo l’esempio di don Bosco in simili circostanze, attraverso una novena straordinaria dal 15 al 23 di marzo con la conclusione il 24, commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice, con una preghiera di affidamento. «In questi giorni guardandoci attorno e ascoltando le varie notizie siamo tutti mossi da vera attenzione e compassione per ciò che sta accadendo attorno a noi, nelle nostre città e nei nostri Paesi», afferma il Rettor Maggiore, «il pensiero ritorna pertanto a quando a Torino, nel 1854, don Bosco invitava i giovani di Valdocco ad “alzarsi in piedi” e dare una mano per l’epidemia del colera. Anche noi oggi non vogliamo restare seduti a guardare», prosegue il X Successore di Don Bosco, «sento che questa sia l’occasione perché come Famiglia possiamo alzare le nostre mani e la nostra preghiera al Padre per intercessione di Maria Ausiliatrice».

 
 
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