nella foto il presidente della Repubblica in visita al Cavour
Investire in «marittimità» non per fare la guerra, ma per migliorare il Paese. L’ammiraglio Enrico Credendino, in audizione alla Commissione difesa della Camera, ha spiegato che la Marina svolge un ruolo fondamentale anche, e soprattutto, nei compiti civili, come per esempio, proteggere i cavidotti sottomarini che portano la rete e le informazioni. «Quando si investe in marittimità si investe in Italia», ha spiegato precisando che anche il Pil ne risente positivamente perché «l'80 per cento dei fornitori sono nazionali e dal taglio della prima lamiera alla consegna della nave ci vogliono 4 anni in cui si attiva un indotto molto importante». Anche sul personale l’ammiraglio chiede di tornare ai numeri pre legge 244 del 2012 quando il numero dei militari era di 190mila persone. «Per questo «servono maggiori risorse finanziarie per sostenere i programmi della marina, ci sono ritardi nei pagamenti con il rischio di penali e interruzioni di programmi. Servono misure che diano al processo di ammodernamento della difesa, certezza di investimenti». L’ammiraglio, pur precisando che non è a rischio in questo momento la tenuta della sicurezza, guarda al futuro e insiste sulla «grande usura delle navi, per svolgere tutti i nostri compiti, e degli equipaggi. La Francia, che ha il nostro stesso numero di navi, ha deciso di dotare ogni FREMM e sommergibile di 2 equipaggi, dal comandante all'ultimo marinaio. Noi non riusciamo a garantire un equipaggio completo per nessuna delle nostre FREMM». Il capo di Stato maggiore della Marina chiede, in ordine di priorità da 3 a sei fregate antisommergibile, due navi anti aerei, una portaerei, una nave logistica e due sommergibili.
Nel dettaglio ha spiegato che «abbiamo 62 navi maggiori più due di intelligence, di cui una parte deve essere rinnovata nei prossimi 15 anni. I finanziamenti sono stati individuati ma non completamente. Per quanto riguarda la flotta aerea la maggiore criticità è data dal fatto che siamo l'unica Marina d'altura quasi priva di aerei a pilotaggio remoto. Ne abbiamo uno e ci stiamo dotando di altri 14. Siamo altresì l'unica Marina d'altura anche sprovvista di aereo da pattugliamento marittimo in versione antisommergibile. Di qualsiasi versione volessimo dotarci, italiano o straniero, serviranno 4 o 5 anni per averlo operativo. Quando ne abbiamo l'esigenza chiediamo agli Usa di poter usare uno dei loro stanziati a Sigonella. Inoltre le minori risorse stanziate hanno causato ritardi nei pagamenti delle Fremm 11-12, fregate antisommergibile che rimpiazzano quelle cedute all'Egitto, con rischio di penali e interruzioni soprattutto in sostegno di programmi del nuovo sommergibile e dell'elicottero NH-90, spina dorsale della flotta».
Sul personale, infine, ha spiegato che «la condizione del marinaio è molto complicata soprattutto nei primi 15 anni di carriera che si passano continuamente a bordo». Condizioni così difficili che l’8 per cento del personale, molto più di quanto accade delle altre forze armate. chiede di transitare nell’impiego civile. «Sono però persone che rimangono a carico della forza armata, personale civile che non permette di arruolare personale militare finché non va in pensione».