«La
lotta alla mafia non deve essere solo una distaccata opera di
repressione. Deve essere un movimento culturale che coinvolge tutti»,
diceva Paolo Borsellino, magistrato assassinato dalla mafia a Palermo
nel 1992.
Sulla scia di queste parole, si sono moltiplicate in tutta
Italia le iniziative a sostegno della XIX “Giornata
della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle
mafie”, che si è svolta sabato, 22 marzo a Latina.
Da
Nord a Sud, ogni città ha voluto rinnovare la propria adesione
organizzando iniziative ad
hoc.
Il
19 marzo, a Parma,
una fiaccolata illumina la città. Un corteo silenzioso si riversa
nelle strade per ricordare chi ha perso la vita in nome della
legalità e della giustizia. La processione termina in piazza
Garibaldi, dove vengono lette alcune storie di vittime “dimenticate”,
in particolare quelle di Celestino Fava e di Epifanio Li Puma.
Lo
stesso giorno, a Milano,
alla Facoltà di Scienze politiche, è organizzata “La meglio
gioventù”, una presentazione pubblica delle migliori tesi di
laurea in Sociologia della criminalità organizzata.
Il
20 marzo a Verona,
oltre alla proiezione del film di Pif “La mafia uccide solo
d’estate”, si tiene l’evento dal titolo “Vittime di mafia:
dal ricordo alla consapevolezza”, un incontro con Tina Montinaro,
vedova del caposcorta di Falcone; Enrico Bellavia, giornalista
esperto di mafie de La
Repubblica;
Francesco Accordino, ex capo della sezione omicidi della Squadra
mobile di Palermo. La conferenza, promossa dall’Unione degli
universitari (Udu) in collaborazione con Libera e con moltissime
altre associazioni, ha l’obiettivo di coinvolgere nella lotta alla
criminalità organizzata tutta la società civile, a cominciare dai
giovani che studiano nell’ateneo scaligero. «Questa iniziativa si
collega idealmente a quella prevista il 25 aprile all’Arena»,
spiega Maria Giuseppina Scala, presidente del Comitato delle
associazioni veronesi “Verso il 21 marzo”, «un grande raduno per
la pace, la non violenza, il disarmo».
Sempre
il 20, a Quarto, in provincia di Napoli,
le vittime delle mafie vengono ricordate con una partita di calcio
allo stadio comunale. Obiettivo, promuovere i valori dello sport, del
rispetto, dell’integrazione sociale.
Il
21 marzo, primo giorno di primavera, giornata simbolo di speranza e
di impegno, in tutte le città italiane vengono letti i nomi delle
oltre 900 vittime delle mafie. La sera partono poi i pullman diretti
verso Latina.
Ma
gli impegni sul territorio proseguono anche oltre il grande evento.
Nel capoluogo lombardo, ad esempio, la serata del 26 marzo (chiesa di
piazza Sant’Angelo, ore 21) sarà animata dal “Requiem” di
Mozart, appuntamento organizzato dalla Rete Culturale Cantosospeso e
da Libera.
«Anche la potenza del canto e della musica è al servizio
della battaglia contro le mafie», dichiara Francesca Bommarito,
referente del Coordinamento dei familiari delle vittime della
Lombardia. «Un momento artistico come questo serve a riflettere
sull’importanza di un impegno condiviso e responsabile, unico
antidoto alla prepotenza mafiosa».