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venerdì 21 marzo 2025
 
dossier
 

"Quella volta che ad Auschwitz ballai davanti a Menghele per salvarmi la vita"

24/01/2025  Edith Eger in "La ballerina di Auschiwitz" racconta la sua storia: da ginnasta di talento destinata a partecipare alle Olimpiadi, a internata costretta poi a marciare per centinaia di chilometri a guerra quasi finita, sopravvissuta alle peggiori privazioni e malattie grazie al sodalizio con la sorella, dopo la guerra negli Stati Uniti è diventata psicologa specialista di disturbi post traumatici

Edith ha sedici anni, è una ballerina di talento e una bravissima ginnasta
che aspira alle Olimpiadi. E, fra allenamenti massacranti e la quotidiana
battaglia per trovare il suo posto in una famiglia dove è considerata la
figlia «dotata di cervello ma non di bellezza», è troppo presa per
soffermarsi a riflettere su quel che succede nel mondo e nel suo Paese.
Ma l’Ungheria del 1943 incomincia a diventare pericolosa per una
ragazza ebrea. Appena Edith si innamora per la prima volta, si trova
rinchiusa, insieme alla sua famiglia, nel vagone di un treno diretto ad
Auschwitz. Persino in questi momenti bui, Eric, il ragazzo di Edith,
mantiene viva la speranza: «Non dimenticherò mai i tuoi occhi» le dice
attraverso le assi del carro bestiame. La realtà di Auschwitz supera ogni
peggiore incubo, eppure Edith, nonostante la fame che patisce e gli
orrori che vive, è sostenuta dal pensiero di Eric. Sopravvive, insieme con
la sorella Magda, e torna a casa, piena di dolore e sensi di colpa: la vita
le appare più un peso che un dono… almeno fino a quando non capisce
di poter scegliere. Non può cambiare il passato, ma può scegliere come
vivere il presente e persino amare di nuovo.
Intenso, commovente, aspro e luminoso allo stesso tempo, La
ballerina di Auschwitz è il grido di una ragazzina travolta dal Male, ma
forte abbastanza da rinascere a nuova vita... ancora sulle punte.

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