Mani Tese è una delle organizzazioni non governative italiane più longeve, una delle prime nascere all’interno nel mondo cattolica nel 1964. Da pochi giorni ha un nuovo direttore generale, Marino Langiu, 50 anni, che lavora all’interno dell’organizzazione dal 2006 nei settori amministrativi e finanziari.
«Io vengo da una famiglia umile, mia madre ha dovuto crescere da sola quattro figli, e sono stato costretto ad andare molto giovane a lavorare come operaio. Ma ho continuato a studiare e ho potuto frequentare i corsi serali dell’Università Cattolica di Milano, laureandomi in Economia e commercio nel 2005. Dopo aver partecipato a un campo di studio e lavoro di Mani tese a Faenza ho fatto un primo viaggio in Burkina Faso, e ho sentito che era quello l’ambito in cui volevo lavorare».
Mani tese ha una sede centrale a Milano, e è collegata a tante altre piccole realtà sparse in tutta Italia. Opera con sedi proprie in Africa, e con partner locali in Asia e in America Latina. Poi mobilita migliaia di volontari per campagne specifiche. «Da sempre come principi ispiratori abbiamo i valoro cristiani di lotta alla povertà e giustizia sociale. Quando siamo nati ci illuminava l’enciclica di Paolo VI Populorum Porgressium, e ci concentravamo sulla lotta alla fame, ora ci siamo spostati anche tu tematiche ambientali sulla scia della Laudato sì di papa Francesco. I cambiamenti climatici si ripercuotono sulle popolazioni più deboli, in Kenya per esempio stiamo cercando di fronteggiare una delle più gravi siccità della storia. Mentre da altri Paesi come l’Eritrea e il Sudan, in cui avevamo dei progetti, siamo dovuti andare via perché sono scoppiate delle guerre civili, e noi operiamo per lo sviluppo non in situazioni di emergenza».
A Marino Langiu chiediamo su che cosa vuole puntare nel ruolo di direttore generale. «Sicuramente su un miglioramento della comunicazione. Facciamo molto di più di quello che riusciamo a dire, ed è giusto dare valore e risalto alle nostre tante azioni in Italia e nel mondo».