Un gruppo a Roma, un altro a San Luca. «Con un filo che tiene insieme i due eventi», spiega Domenico Pirrotta, preside dell’istituto comprensivo “Pentimalli”, di Gioia Tauro «e che è quello proposto dal nostro progetto sul santuario di Polsi. Vogliamo rispolverare, tirare fuori, il vero volto di quello che è un luogo di preghiera, di escursioni, di libertà. Via le mafie che se ne erano impossessate. Andiamo noi, con i ragazzi, a occuparlo». I nove arrivati a Roma all’alba del 21 aprile, dopo una notte passata in treno, si sono messi in marcia, con i loro professori, da piazza dell’Esquilino fino a Circo Massimo. «È meraviglioso stare qui, una esperienza che auguro a tutti», dice Benedetta. A scuola avevano visto le ultime manifestazioni, «quella dello scorso anno in diretta su youtube. E oggi non ci sembra vero che siamo qui, non dentro uno schermo, ma nella realtà», aggiunge un altro studente. «Vedere che ci sono tanti nostri coetanei che manifestano per una cosa così importante ci dà forza. Certamente tornando a casa continueremo il nostro impegno», aggiunge una ragazza incoraggiata dalla professoressa di matematica, Gloria Caruso.
«Quello che li ha molto colpiti», sottolinea il preside, «è la commemorazione di un ragazzo, Celestino Fava, vittima innocente della mafia. Lo scorso anno è venuta sua madre a parlarci. Ha commosso tutti. I ragazzi piangevano e ci siamo riproposti di tenere viva la memoria di questo ragazzo ucciso nel 1996 a soli 22 anni. Abbiamo cominciato un percorso di legalità e ho promesso loro che li avrei anche portati a Roma»
«Non si tratta di una sola giornata di memoria», chiarisce la professoressa di italiano Daniela Agresta, «ma di un cammino costante che tocca diversi contesti. Tra le tematiche presentate da Libera, per esempio, noi abbiamo curato quella che riguarda la socialità. Che significa capire come si può agire, anche in un contesto difficile, a favore del più debole. Lo abbiamo fatto valorizzando il lavoro dell’associazione Alaga, che si occupa dei bisogni dei più poveri e del sostegno, con il tribunale di Reggio Calabria e con quello di Palmi, alle donne vittime di violenza o in difficoltà. Stiamo cercando di insegnare ai ragazzi che si può trarre il positivo anche in una realtà “marchiata” come la nostra». E che, come ha detto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio per questa Giornata, «la lotta alle mafie è compito e dovere di tutti i cittadini che amano la Repubblica e intendono renderne migliore il futuro».