Sta facendo notizia il focolaio di dengue nella zona di Fano, abbiamo chiesto alla professoressa Gloria Taliani, ordinaria di Malattie infettive e tropicali alla Sapienza di Roma, che già in passato ci aveva aiutato a capire che cosa comporta l’infezione e come si trasmette, se le notizie giunte dalle Marche in questi giorni cambiano il quadro che avevamo delineato.
«Ribadirei il fatto», spiega, «che la trasmissione non è paragonabile a quella che porta una malattia epidemica su vasta scala, perché la dengue non passa in modo diretto da persona a persona, ma trova un limite nel ciclo di vita del vettore, in questo caso la zanzara tigre che porta il virus da una persona all’altra. Nel nostro Paese il collo di bottiglia è rappresentato dal fatto che i casi sono sporadici» e quindi è poco probabile che una zanzara punga una persona infetta e poi un altra. Ma quando, come ora, per fattori prevalentemente collegati al fatto che le persone si muovono più, si verifica un'area di dimensioni limitate in cui il numero di casi è più elevato può accadere che le zanzare trovino malati da cui attingere per poi trasmettere ad altri: così si spiegano i focolai autoctoni, cioè che sorgono tra persone che non si sono allontanate dal nostro Paese. Venendo al caso specifico del focolaio di Fano, dato che stiamo andando verso la stagione fredda, poco favorevole alle zanzare, è probabile che il focolaio tenderà a minimizzarsi spontaneamente, perché le temperature più basse limitano la vitalità del vettore».
Più complicato potrebbe essere se fossimo nel pieno dell’estate: «quando il gran caldo favorisce lo sviluppo delle zanzare, la replicazione e accorcia i tempi di raddoppiamento della specie. In quel caso occorrerebbe stare più attenti e contrastare efficacemente il vettore».
Tolta la zanzara tirgre, la dengue non ha invece modo di passare: «Il punto è proprio quello, bisogna agire preventivamente sia a livello di igiene pubblica, bonificando le raccolte idriche, sia tutelandosi individualmente: usando larvicidi, repellenti, zanzariere ed evitando di tenere raccolte di acque stagnanti, anche piccole, che favoriscono la proliferazione delle zanzare».