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venerdì 23 maggio 2025
 
Adolescenti cattolici
 

Deriso perché cristiano: sono solo invidiosi

06/02/2019 

Carissima Famiglia Cristiana, condivido un pezzetto di vita domestica. Ieri a pranzo per fortuna si è innescato un dibattito in cui sono venuti a galla alcuni macigni che appesantiscono il cuore di mio figlio di 15 anni. Per fortuna, dico io, perché, anche se sul momento queste situazioni sono spiacevoli, poi diventano frutto di crescita e di confronto costruttivo. I compagni lo deridono perché è cristiano e lo sbeffeggiano dandogli del “prete” e si fanno gioco di lui, bestemmiando appositamente per incrementarne l’arrabbiatura. Chiaramente non è obbligato ad avere queste frequentazioni, ma lui apprezza un paio dei ragazzi di questa compagnia con i quali ha instaurato, malgrado tutto, una buona amicizia. Non vuole perderli, anche se assieme a loro non riesce ad allontanare o a fare in modo che siano meno aggressivi verbalmente gli altri che deturpano un’amicizia più serena e rispettosa. Quali suggerimenti potete dare ai genitori che stanno vivendo questa situazione? Anche perché per gli adolescenti provenienti da altre realtà che si sono dissolte spesso è complesso tentare di entrare in gruppi parrocchiali chiusi e poco propensi all’accoglienza.

PIETRO

— Caro Pietro, intanto grazie per la tua riflessione sull’importanza dei “dibattiti” serali faticosi ma fruttuosi. Sicuramente per tuo figlio il semplice poter parlare del suo problema con voi alleggerisce il suo dispiacere che tuttavia è da mettere in conto in un’età in cui non si è ancora formata la corazza che permette di affrontare gli scherni altrui. Serve la consapevolezza che spesso quelli che deridono lo fanno spinti da fragilità e insicurezza da colmare – invano – cercando di ferire chi appare dotato di una serenità radicata nei valori profondi che si respirano in certe famiglie. È facile infatti indovinare che gli altri ragazzi conquistati da tuo figlio lo abbiano già intuito e gradiscano la sua compagnia per questo. Digli di saper attendere: anche gli altri prima o poi capiranno come diano molto di più i gesti d’amicizia che le provocazioni. E stendiamo un velo sui gruppi parrocchiali poco propensi all’accoglienza!

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