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sabato 25 gennaio 2025
 
SPORT E DIRITTI
 

Mondiali di calcio 2034, dopo il Qatar, l'Arabia Saudita. A quale prezzo?

12/12/2024  La scelta della Fifa già molto criticata per i mancati risarcimenti alle famiglie dei lavoratori morti in Qatar suscita le critiche di Amnesty international. E infatti i punti critici sono tanti

Ospitare i Mondiali di calcio è ormai un'impresa economicamente proibitiva per molti Paesi: non c'è, da tempo, la corsa a candidarsi. I più propensi a farsi avanti sono Paesi che non hanno problemi di liquidità, carichi di petroldollari e desiderosi di rifarsi attraverso lo sport un'immagine che i diritti negati incrinano agli occhi del mondo: era stato il caso di Qatar 2022, è il caso di Arabia Saudita 2034, assegnata ieri non senza polemiche, lo stesso Paese che ambisce a un master 1000 nel tennis.

Sportwashing lo chiamano in inglese, "lavaggio" attraverso lo sport, un trucco non sempre ben riuscito cui la Fifa, sventurata, risponde: un po' perché pecunia non olet, un po' perché alternative spesso non ce ne sono. Aveva fatto molto discutere al proposito, e giustamente, la complicità della Fifa che non aveva impedito all’emiro di imporre a Lionel Messi il mantello nero segno di regalità nel mondo arabo sopra la maglia dell’Argentina nelle foto ufficiali, cosa contraria al regolamento, che evidentemente a chi ci mette i soldi nessuno si sogna di far rispettare.

Per il 2034 l'Arabia Saudita era l'unica candidata. Per il 2030 s'è scelta una soluzione condivisa ma obiettivamente ardita a livello organizzativo: Spagna (con finale a Madrid) e per la prima volta Portogallo e Marocco. Sarà la prima volta di una condivisione tra Europa e Africa, e già non pare semplice, a questo si unisce il fatto che le prime tre partite in memoria prima edizione di cui ricorrerà il centenario della prima edizione disputata in Uruguay nel 1930, si giocheranno a Montevideo (Uruguay), Buenos Aires (Argentina) e Asuncion (Paraguay). Già è difficile in vista di Milano-Cortina mettere d'accordo l'arco alpino e neanche tutto, figuriamoci il questo incrocio di continenti.

Le assegnazioni, in contemporanea secondo una tradizione recentemente invalsa per il timore di restare scoperti all'ultimo in caso di defezioni, hanno suscitato la dura critica di Amnesty International in un documento che ha coinvolto tra i firmatari, una ventina di associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani: «La decisione sconsiderata della Fifa di assegnare i Mondiali 2034 all’Arabia Saudita, senza garantire adeguate protezioni per i diritti umani, metterà molte vite a rischio», denuncia Steve Cockburn, responsabile diritti del lavoro e sport di Amnesty International, «In base a evidenti prove, la Fifa sa che molti lavoratori verranno sfruttati e che alcuni di loro perderanno la vita se non verranno introdotte importanti riforme in Arabia Saudita. Tuttavia, la Federazione ha scelto di andare avanti lo stesso, rischiando di assumersi una pesante responsabilità per le violazioni dei diritti umani che ne deriveranno». Amnesty International contesta il processo di selezione anche nell’assegnazione dei mondiali 2030, con eccessiva militarizzazione, discriminazione legalizzata, sgomberi forzati e violazioni dei diritti dei lavoratori. «La Fifa», chiede Amnesty, «deve urgentemente cambiare rotta e garantire che i mondiali in Arabia Saudita siano accompagnati da riforme importanti, oppure rischia di andare incontro a dieci anni di sfruttamento, discriminazione e repressione, legati al suo evento sportivo più importante».

È recente del resto la memoria del mondiale del Qatar, fuori stagione nel dicembre 2022: appena pochi giorni fa aveva fatto discutere il fatto che, come scriveva il Guardian il 4 dicembre scorso: «Il tanto atteso rapporto della Fifa sull’eredità (cosiddetto rapporto Legacy) della Coppa del Mondo del Qatar è stato pubblicato, ma solo dopo che la sua raccomandazione chiave è stata respinta dall'organizzazione. La sottocommissione per i diritti umani e la responsabilità sociale della Fifa ha rilevato che l'organismo mondiale del gioco “ha la responsabilità” di fornire un rimedio finanziario ai lavoratori che hanno subito perdite a causa del loro impiego alla Coppa del Mondo 2022. Il rapporto sostiene che la Fifa dovrebbe utilizzare il fondo per l'eredità del Qatar per questi lavoratori. Due giorni prima della pubblicazione del rapporto, tuttavia, la Fifa ha annunciato che il fondo di 50 milioni di dollari sarebbe stato utilizzato per progetti di sviluppo internazionale» E ancora: «Un'immagine diffusa da Populous mostra un rendering digitale del King Salman Stadium proposto a Riyadh. La Fifa pubblica un rapporto entusiasmante sulla Coppa del Mondo Saudita 2034 nonostante i timori per i diritti umani Il rapporto contiene una valutazione indipendente della società di consulenza sui diritti umani Human Level. Riconosce una serie di misure intraprese dalla Fifa con le autorità del Qatar per migliorare le condizioni, ma “dal 2010 al 2022 si sono verificati in Qatar gravi impatti sui diritti umani per un certo numero di lavoratori legati ai Mondiali di calcio del 2022” e “si può sostenere in modo credibile che la Fifa abbia contribuito ad alcuni di questi impatti”».

Questioni che gettano un’ombra pesante non solo sulla gestione Infantino, che sul tema si era avventurato in affermazioni spericolate fortemente criticate, ma anche su quello che potrebbe accadere di qui al 2030 in un Mondiale in cui si parla di costruire da zero una città avveniristica, Neom, con uno stadio in cima a un grattacielo.

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