Immaginatevi un Paese capace di produrre energia pulita e sicura in quantità praticamente illimitata, come l’aria che respiriamo, un’energia in grado di muovere le automobili e i treni, accendere le luci in soggiorno e in cucina, riscaldare le abitazioni delle città, far decollare gli aerei, spingere le navi, le portaerei e i sottomarini, illuminare i grattacieli e le autostrade. Ebbene, almeno per gli Stati Uniti quel giorno arriverà anche se ci vorranno ancora trent’anni per passare dalla sperimentazione alla realtà di un combustibile nucleare di ultima generazione diffusa e capillare. Ma a quel punto l’energia pulita avrà prezzi vantaggiosi, a disposizione di tutti, e nessun embargo e nessun taglio delle forniture – come quello che abbiamo visto con la crisi del Kippur nel 1970 o con quella del gas che stiamo sperimentando in Europa dopo il conflitto ucraino - potrà mai fermare un Paese in grado di produrla, questa energia, rendendolo ancor più indipendente, solido e potente agli occhi del mondo.

Per questo il significativo progresso sulla fusione nucleare presentato dagli scienziati americani del Federal Lawrence Livermore National Laboratory, presso la National Ignition Facility, in California, può essere paragonata alla conquista della Luna o a una nuova età del ferro, dopo quella della pietra e del bronzo. I progressi tecnologici storicamente rendono una nazione più forte, oltre che avvantaggiare il suo popolo. Se si diffondono nel mondo, sono una conquista dell’umanità, come i vaccini. «Gli Stati Uniti vogliono guidare il mondo in questa frontiera e la svolta di oggi entra nella storia», ha spiegato la segretaria  del Dipartimento dell'Energia Jennifer M. Granholm in un’affollata conferenza stampa a Washington. Se messa a regime, la fusione nucleare potrebbe contribuire a produrre energia a zero emissioni con scorie che non richiedono un lungo periodo di tempo per lo smaltimento come avviene per le fonti fossili non rinnovabili.

L'esperimento, nella struttura del governo statunitense per la fusione nucleare, realizzata grazie al laser più grande al mondo (occupa l'equivalente di tre campi da calcio), ha prodotto intorno ai 3,15 megajoule di energia rispetto ai 2,05 immessi dal laser stesso. Ed è questo il risultato importante. Significa che per la prima volta si è prodotta più energia di quanta utilizzata, realizzando il cosiddetto “guadagno netto”, inseguito dalla scienza da sessanta anni.  E’ come se nel deserto, da una fonte sconosciuta, cominciasse a zampillare l’acqua di un inesauribile serbatoio sottostante. Non sono solo buone notizie per il cambiamento climatico. Pensiamo quali vantaggi ne sortirebbero per il Terzo o il Quarto Mondo, le aree del Pianeta privi di risorse naturali o non in grado di sfruttarle.

Il risultato di ieri corona una lunga storia di esperimenti, di fallimenti e di ostinati tentativi, come hanno sottolineato gli esperti. Gli ostacoli per passare dalla sperimentazione alla pratica non mancano. La strada è irta di costi giganteschi, difficoltà tecniche complicatissime per costruire e poi allestire i macchinari, ma quel futuro non sembra lontano. Come ha spiegato ieri uno dei protagonisti dell'impresa "è come se avessimo la benzina, ma non ancora la macchina". Ma certamente l'energia nucleare pulita e illimitata vedrà la fine delle fonti “antiche” come il carbone e il petrolio. Immaginatevi con quali sconvolgenti cambiamenti sul piano geopolitico. Pensiamo solo al Medio Oriente, agli Stati del Golfo Persico e ai Paesi esportatori di greggio dell’Opec, capaci oggi di aprire e chiudere i rubinetti a loro arbitrio e condizionare gli altri Stati. O ancora al riequilibrio economico degli Stati africani. Un nuovo domino dettato dall'energia nucleare pulita illimitata.

Ha affermato ieri la direttrice dei Llnl, Kim Budil: «Servirà tempo prima di arrivare alla fornitura di energia prodotta in questa maniera per il mercato, e voglio che questo sia chiaro. Oggi però abbiamo dimostrato che può essere fatto». Ed è certo che la straordinaria scoperta dimostra la “superiorità statunitense” agli occhi del mondo. Anche sopra la potenza emergente della Cina.