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giovedì 07 novembre 2024
 
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Emersione lavoro nero: al Viminale si lotta contro il tempo

15/04/2021  Otto mesi fa scadevano i termini per la presentazione delle domande. Tre i ministeri coinvolti: Agricoltura, Lavoro e Interno. Proprio quest'ultimo, dopo i pesanti ritardi iniziali dovuti anche all'epidemia che ha rallentato i necessari accertamenti sul campo e di persona, sta lavorando a tappe forzate per scrutinare le 207.870 domande presentate. Al 14 aprile ne risultavano accolte 17.830; 2.128 quelle bocciate; 645 le rinunce.

Nacque grazie alla buona volontà di qualcuno e tra i timori di molti. Il provvedimento per far emergere il lavoro nero, caldeggiato dall'ex bracciante Teresa Bellanova, ministro dell'Agricoltura del secondo governo Conte, vide la luce con il decreto-legge 34 del 19 maggio 2020, diventato poi, nel luglio successivo, la legge 77. Fiiglie di una logica di compromesso all'interno di una coalizione che in tema di migrazioni e integrazione aveva posizioni assai diverse, le norme non vennero presentate per quello che avrebbero dovuto in realtà ottenere (una sanatoria), ma soprattutto pagarono lo scotto di limiti troppo stretti. Pensate per i lavoratori dei campi (e giustificate proprio dalla carenza di braccia causata dal Covid-19) finirono per rivolgersi soprattutto a colf e badanti, esclcudendo i lavoratori del settore edile. Meglio poco che nulla, dissero tanti operatori umanitari e attori economici. I termini per la presentazione delle domande furono spoostati in là, rispetto alla scadenza iniziale, e fissati per il 15 agosto dell'anno scorso. Otto mesi fa esatti.  Alla fine risultarono presentate 207.870 domande, per l'85 per cento riferite al lavoro domestico (colf e badanti, appunto; Lombardia, Campania, Lazio, Emilia Romagna e Veneto, le prime cinque Regioni di provenienza delle richieste di regolarizzazione) e per il 15 per cento legate al lavoro subordinato (giunte in primo luogo da Campania,.Sicilia, Lazio, Puglia e Veneto). 

Qual è la situazione, oggi? Dei tre ministeri coinvolti (Agricoltura, Lavoro e Interno) il maggior carico di lavoro ora fa capo al Viminale che sta vagliando le "domande per l'emersione del lavoro e per il rilascio del permesso di soggiorno temporaneo nei settori dell'agricoltura, dell'allevamento, della zootecnia, della pesca, dell'acquacoltura, dell'assistenza alla persona e del lavoro domestico". Per rtimediare ai pesanti ritardi iniziali (dovuti alle difficoltà - causa Covid 19 - di eseguire i necessari controlli sul campo e di persona) ha deciso di assumere - con regolare gara europea - 800 interinali, di cui 503 già entrati in servizio (il 15 aprile aprile cominciano a lavorare altri 45 lavoratori; prossimi ingressi il 29 aprile).

Secondo i dati ufficiali ottenuti dal ministero dell'Interno da Famiglia Cristiana al 14 aprile risultavano scrutinate e accolte 17.830 pratiche di regolarizzazione; 2.128 quelle respinte. Le rinunce sono state fin qui 645.

 
 
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