Fallujah, novembre 2004: i cannoni americani sparano contro la città.
Le sequenze più drammatiche di American sniper, il film di Clint Eastwood che tanto fa discutere, riproducono la cosiddetta "battaglia di Fallujah", che nella sua essenza fu combattuta tra l'8 e il 16 novembre 2004 anche se, a livello di schermaglie e imboscate, si prolungò poi fino al Natale dello stesso anno. Prese il nome dalla città irachena in cui si svolsero gli scontri e fu di gran lunga la più vera e importante battaglia dell'invasione anglo-americana dell'Iraq.
A voler essere precisi, la battaglia descritta nel film fu la seconda combattuta a Fallujah. La prima era quella che vide impegnate le truppe della coalizione dopo che in città erano stati uccisi quattro contractor della società privata americana Blackwater. Gli americani entrarono in città per punire i colpevoli e poi lasciarono il controllo della sicurezza alle truppe irachene, che però si ritirarono precipitosamente solo un paio di mesi dopo, lasciando nelle mani dei ribelli (musulmani sunniti, pesantemente infiltrati da Al Qaeda) anche una grossa quantità di armi e munizioni.
Si arrivò così alla battaglia finale, che fu combattuta con straordinaria violenza e ferocia. Prevedendo l'attacco, i ribelli (le stime parlavano di 3 mila-4 mila guerriglieri) avevano fortificato le proprie posizioni con trincee, campi minati e ostacoli di ogni tipo. Americani, inglesi e iracheni schierarono invece quasi 14 mila uomini (dei quali circa 10 mila americani), appoggiati da aviazione e mezzi corazzati. Tra loro, appunto, anche Chris Kyle, il cecchino del film, il tiratore con all'attivo 16o uccisioni confermate (per essere tali, nel mondo dei cecchini, devono avvenire alla presenza di un testimone) e 255 dichiarate.
Prima degli scontri del mese di aprile, Fallujah aveva circa 300 mila abitanti. Alla vigilia della battaglia di novembre, almeno il 75% degli abitanti aveva lasciato la città. Il totale dei caduti della coalizione fu di 107 morti (95 americani, 4 inglesi, 8 iracheni); sull'altro fronte, furono uccisi 1.200 guerriglieri e, secondo la Croce Rossa, circa 800 civili. Un quinto degli edifici della città andò completamente distrutto, e due terzi degli edifici rimasti subirono gravi danni.
Negli anni successivi, sia in Italia sia in Gran Bretagna, furono realizzati documentari e inchieste per dimostrare che le truppe americane avevano usato, nei giorni dell'assedio, bombe al fosforo (cioè, armi chimiche proibite dalle convenzioni internazionali) contro la città.