Mentre scrivo questo articolo, il Brasile arriva al terribile numero di 2 milioni di casi registrati di dengue, la malattia infettiva febbrile acuta che può presentarsi in due forme: lieve o grave. Ad oggi sono circa settecento i morti nel Paese, con altri più di mille casi di morti sospette. Undici tra i 26 Stati brasiliani hanno già decretato lo stato di emergenza, e il Governo si prepara a superare i 4 milioni di casi entro quest’anno. La situazione è molto grave soprattutto se si prende in considerazione che la prima volta nella storia che il numero degli ammalati di dengue è arrivato a un milione di casi è stato nel 2010. Anche se è stato l’anno scorso il più grave fino ad oggi, con “solo” 1,8 milioni casi registrati lungo tutto l’anno.
A cosa si attribuisce questa epidemia di dengue, collegata a altre malattie portate dalla stessa zanzara Aedes aegypti, come la zika e la chikungunya?
Riscaldamento globale come causa principale
Secondo i biologi, la situazione peggiora anno dopo anno soprattutto a causa del riscaldamento globale, collegato al fenomeno dell’urbanizzazione, alle cattive condizioni abitative e alla mancanza di raccolta dei rifiuti. L’Aedes aegypti si riproduce nell’acqua ferma, come piscine inutilizzate, riserve idriche, vecchi pneumatici o vasi, ecc. Così, le campagne di prevenzione, fortemente in atto per tutto il paese, cercano di formare la gente per impedire la riproduzione della zanzara, creando la coscienza collettiva che tutti possiamo fare qualcosa, bastano solo un po’ di impegno e di pulizia. Il Governo ha dichiarato il 2 marzo il “Giorno D” contro la dengue, con azioni coordinate tra Stati e municipi. Le visite a case e scuole sono continue, con l’obiettivo di aiutare la popolazione a combattere le zanzare.
Le piogge e l’aumento delle temperature, frequente in Brasile in questo periodo dell’anno, aiutano ad aumentare i casi. Per farsi un’idea, alla temperatura di 25 gradi, le uova di una zanzara prende circa due settimane per trasformarsi in individui adulti. Ai 28 gradi, questo tempo si dimezza. Il fenomeno chiamato El Niño, che porta all’aumento della temperatura in Sudamerica, è quindi direttamente collegato alla diffusione della dengue. Infatti, non solo in Brasile la situazione è drammatica. Secondo i dati ufficiali della OPAS (Organizzazione Sanitaria Pan-Americana), nel 2023 sono stati registrati 4,5 milioni di casi e più di 2300 mila morti. Nelle prime settimane di quest’anno, i casi sono già triplicati in relazione all’anno scorso. I Paesi più colpiti, dopo il Brasile, sono Paraguay, Argentina, Perù, Colombia e Uruguay.
Fenomeno fino poco tempo fa caratteristico dei paesi tropicali, a causa del riscaldamento globale e della globalizzazione, la dengue è arrivata pure nell’emisfero Nord, con diversi casi confermati negli Stati Uniti e in Europa. Nel 2023 sono stati verificati 128 casi tra Francia, Spagna e Italia. Pochi, ma in aumento progressivo, perché erano 71 nel 2022, e soltanto 4 nel 2014, la prima volta che sono stati registrati. In Europa è arrivato pure un cugino dell’Aedes aegypti, il Aedes albopictus, più resistente al freddo e portatore delle stesse malattie.
Vaccino
I virus della dengue (DENV) sono scientificamente classificati nella famiglia Flaviviridae e nel genere Flavivirus. Ad oggi sono noti quattro sierotipi – DENV-1, DENV-2, DENV-3 e DENV-4 –, che hanno materiali genetici (genotipi) e lignaggi diversi. Non esiste, tuttavia, una cura per la dengue. Il trattamento si basa nella reposizione dei liquidi, associata al riposo e all’attenzione alle emorragie. Infatti, la dengue chiamata “emorragica” è la variante mortale che merita un’attenzione speciale e deriva sempre da una riesposizione a un sierotipo virale, dopo essere stato precedentemente esposto a un altro. Questo vuol dire che i morti di dengue si sono quasi tutti ammalati per la seconda o la terza volta.
La buona notizia è che esiste già un vaccino sviluppato dal laboratorio giapponese Takeda Pharma e approvato dall’Agenzia Sanitaria brasiliana l’anno scorso. La Qdenga (TAK-003), con una produzione ancora limitata, è già in distribuzione gratuita per il SUS (il sistema pubblico sanitario del Brasile) in 521 Comuni, in 37 regioni sanitarie della nazione.
Sintomi
È importante sottolineare che alcune medicine possono addirittura peggiorare la situazione della persona infettata. Per questo i medici consigliano di non automedicarsi e di cercare l’assistenza nel caso si manifesti qualche sintomo di dengue, come: febbre alta accompagnata da mal di testa, forte debolezza, dolori muscolari e/o articolari e dolore dietro gli occhi. La diminuzione della febbre non significa la fine della malattia, ma a volte è invece l’inizio del peggioramento della situazione sanitaria del paziente, segnalato dal travaso di plasma dai vasi sanguigni e/o emorragie. I sintomi, in questo caso, sono dolore addominale intenso e continuo (mal di pancia); vomito persistente; accumulo di liquidi nelle cavità corporee; lipotimia; letargia e/o irritabilità; aumento delle dimensioni del fegato; sanguinamento della mucosa; aumento progressivo dell’ematocrito.
Un po’ di storia
L’Aedes aegypti, zanzara che trasmette la dengue, è originario dell’Egitto, da cui prende il nome, e si è diffuso nelle regioni tropicali del pianeta a partire dal secolo XVI, in corrispondenza all’inizio delle grandi navigazioni. Si crede che sia arrivato in Brasile nel periodo coloniale, attraverso le navi che trafficavano gli schiavi. Nel 1762, fu descritto scientificamente per la prima volta col nome di Culex aegypti. Il nome Aedes aegypti, che significa “l’odioso che viene dall’Egitto”, è stato attribuito solo nel 1818, dopo la descrizione del genere “Aedes”.
All’inizio del secolo XIX è stata registrata la prima epidemia di dengue nel Perù, con casi anche nei Caraibi, in Colombia e in Venezuela. In Brasile sono stati registrati i primi casi alla fine del secolo XIX, a Curitiba (nello stato del Paranà) e, all’inizio del secolo XX, a Niteroi (Rio de Janeiro). In quel periodo il Brasile soffriva di una grande epidemia di febbre gialla, anche essa trasmessa da una zanzara. La ricerca per combattere la febbre gialla, a partire del 1908, ha portato anche allo sradicamento dell’Aedes aegypti negli anni ’50, che poi si è ripresentata alla fine degli anni ’60. La prima epidemia documentata clinicamente si è verificata nel 1981, a Boa Vista (Roraima). Nel 1986, è arrivata a Rio de Janeiro e in alcune capitali del Nordest. Da allora, la dengue si è diffusa ininterrottamente in tutto il Brasile.
(Foto Reuters: un operatore sanitario disinfesta con un insetticida una scuola di Brasilia per contrastare l'epidemia di dengue)