A vederla venirmi incontro sorridente con i lunghi capelli rossi sciolti sulle spalle e il viso al naturale, senza trucco, nei corridoi degli uffici del Piccolo Teatro, Federica Fracassi non sembra l’attrice che, a soli quarant’anni, ha già ottenuto i più prestigiosi premi teatrali (Premio Ristori, Premio Olimpici del Teatro, Premio della Critica, Menzione d’onore e Premio Eleonora Duse, Premio Ubu), ma appare con la freschezza e la spontaneità della ragazzina piena di entusiasmo per la prova del suo nuovo spettacolo, Blondi di Massimo Sgorbani, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, in collaborazione con Teatro i.
Federica, nata a Cornaredo in provincia di Milano, in una famiglia che non frequentava abitualmente il teatro, da piccola si iscrive, come tante bambine, a una scuola di danza classica: «Anche se non avevo il fisico della ballerina», ricorda con ironia, «ogni volta che salivo sul palco per uno saggio, provavo una forte emozione, poiché mi piaceva l’idea di interpretare un personaggio, così, a 19 anni, ho deciso, di lasciare la danza e di sostenere il provino alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano. Quando sono stata ammessa, la mia famiglia all’inizio è rimasta scioccata, perché nella mia scuola ero la prima della classe, e si aspettava da me un corso di studio regolare, come quello di mio fratello, laureatosi alla Bocconi! Oggi i miei genitori sono miei fan sfegatati e mia mamma porta tutte le sue amiche a teatro a vedermi ed è molto orgogliosa del mio percorso».
Nel mondo del teatro non è facile trovare ruoli per le donne, tanto che Federica ricorda: «Al mio debutto ero la luna e, infatti, spesso interpreto personaggi non tradizionali, non sono mai stata Giulietta di Shakespeare! Una donna, se vuole lavorare, deve avere la capacità di inventarsi e cercare una parte stimolante».
Ora interpreta Blondi, una femmina di pastore tedesco, ma non un cane qualunque, bensì quello di Hitler. Nel testo Blondi di Massimo Sgorbani, parte di un trittico “Innamorate dello spavento” dedicato alla “donne” del Führer, l’attrice dà così vita a un insolito personaggio in cui convivono amore, abnegazione e paura per il padrone. La regia è di Marco Martinelli, anche direttore artistico di Teatro i, la “casa” di Federica, una factory del teatro contemporaneo a Milano: «A Teatro i facciamo un lavoro costante sulla drammaturgia contemporanea, quindi conoscevo bene l’autore Sgorbani; quando nel 2011 ho vinto il premio Eleonora Duse al Teatro Grassi potevo presentare un testo di venti minuti, ho cercato tra i classici, ma poi ho scelto un brano di Blondi. Il direttore Sergio Escobar, che era nel pubblico, è rimasto molto colpito, come anche altri spettatori, così è nata l’attuale collaborazione tra lo staff del Piccolo Teatro e quello di Teatro i».
Anche il compagno della Fracassi, Aldo Nove, è uno scrittore
contemporaneo di cui lei ha interpretato Mi chiamo Roberta, ho 40 anni,
guadagno 250 euro al mese e con il quale spesso si confronta sul suo
lavoro di attrice, mente lui le trasmette il suo amore per l’arte e la
letteratura. Inoltre, lavora ancora a stretto contatto con il suo ex
compagno Renzo Martinelli: «Abbiamo un imprinting teatrale simile,
poiché abbiamo fatto un percorso di fondazione di una poetica, con la
creazione prima di Teatro Aperto e poi di Teatro i. Tra noi c’è una
fiducia totale che ha resistito anche ai cambiamenti dell’età e del
tempo, anche se litighiamo spesso, perché siamo molto diversi, ma questo
aiuta nel lavoro, poiché, quando io sono troppo irruenta, lui mi frena.
Teatro i è sempre in crescita, non ha mai avuto grandi finanziamenti,
tanto meno oggi con la crisi. Io e Renzo abbiamo la responsabilità dei
posti dei lavoratori che dipendono da noi e ogni anno, nonostante il
riconoscimento del pubblico, ci chiediamo con ansia: faremo la prossima
stagione?».
Nella sua carriera di attrice anche altri registi sono molto importanti
come Valter Malosti e Valerio Binasco, che «essendo anche attori, sono
stati una guida nella mia formazione e affermazione».
Tra gli spettacoli più toccanti figurano Un giorno d’estate di Jon
Fosse, diretta da Valerio Binasco, Corsia degli incurabili di Patrizia
Valduga per la regia di Valter Malosti, testo poetico sui malati
terminali in cui si assiste a una scala di emozioni dal sorriso, alla
rabbia, alla rassegnazione, Incendi di Wajdi Mouawad, scrittore
libanese, e Hilda di Marie NDiaye, regie di Martinelli, per cui la
Fracassi ha vinto il Premio della Critica 2011 e il Premio Ubu 2011 come
miglior attrice protagonista (ex aequo con Mariangela Melato alla
quale, insieme a grandi attrici e registi, ha reso omaggio nella serata
del 18 marzo al Teatro Grassi), e recentemente La signorina Julie di
August Strindberg, regia di Valter Malosti.
«I numerosi premi vinti», dice con la modestia che la contraddistingue, «sono di stimolo per una persona come me piena di insicurezze, sono come
un titolo di studio acquisito, un riconoscimento, beh il premio con la
Melato non lo commento neanche, ma quando ho vinto il Duse, prima come
attrice emergente, poi come protagonista, sono stata molto felice perché
non era un premio alla carriera, come viene conferito solitamente, ma
attribuito a me che, come attrice, mi ritengo ancora in formazione».
Dove & quando
BLONDI, di Massimo Sgorbani. Regia di Renzo Martinelli. Con Federica
Fracassi. Produzione Piccolo Teatro di
Milano-Teatro d’Europa, in collaborazione con Teatro i. Al Piccolo
Teatro Studio Expo, dal 22 al 28 marzo 2013. Info: tel. 848800304,
www.piccoloteatro.org.
La seconda parte di "Innamorate dello spavento" EVA di Massimo Sgorbani
Con Federica Fracassi. Dramaturg Francesca Garolla. Regia di Renzo
Martinelli. Produzione Teatro i con il sostegno di Next/Regione
Lombardia sarà Al Teatro Carcano di Milano lunedì 8 aprile e martedì 14
maggio 2013 alle ore 21,00
Info: Teatro Carcano, Milano,tel.02.55181377; www.teatrocarcano.com