“Nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro: le nostre azioni si influenzano davvero l’un l’altra, e ciò che facciamo oggi influenza ciò che accade domani”. È quanto si legge nel messaggio firmato – ed è la prima volta – congiuntamente da papa Francesco, dal patriarca ecumenico Bartolomeo e dall’arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa anglicana, Justin Welby, sulla cura del Creato. “Non possiamo sprecare questo momento”, vi si legge: “Dobbiamo decidere che tipo di mondo vogliamo lasciare alle generazioni future. Dobbiamo scegliere di vivere diversamente; dobbiamo scegliere la vita”.
“La natura è resiliente, ma delicata”, il monito: “Il concetto di gestione – la responsabilità individuale e collettiva per la nostra dotazione data da Dio – rappresenta un punto di partenza vitale per la sostenibilità sociale, economica e ambientale”. Per i tre leader religiosi, “abbiamo massimizzato il nostro interesse a spese delle generazioni future”: se, infatti, la tecnologia se da un lato ha aperto nuove possibilità di progresso, dall’altra ha indotto ad “accumulare ricchezza sfrenata” con poca preoccupazione per le altre persone o per i limiti del pianeta. Tuttavia, si legge nel Messaggio, “abbiamo l’opportunità di pentirci, di tornare indietro con decisione”, scegliendo la strada della generosità e dell’equità. Di qui la necessità di una “collaborazione sempre più stretta tra tutte le chiese nel loro impegno per la cura della creazione. Insieme, come comunità, chiese, città e nazioni, dobbiamo cambiare rotta e scoprire nuovi modi di lavorare per abbattere le tradizionali barriere tra i popoli, per smettere di competere per le risorse”.
Scegliere la vita vuol dire anche autocontrollo. Il Pontefice, Bartolomeo I e l'arcivescovo Welby invitano a pregare per i leader mondiali prima della 26.ma Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (COP26) convocata a Glasgow (Regno Unito) dal 1 al 12 novembre, qualunque sia il credo o la visione del mondo, a sforzarsi di ascoltare il grido della terra e dei poveri, esaminando il proprio comportamento e impegnandosi in sacrifici significativi. Ma l'invito è anche a pregare per ciascun individuo - perché lavori insieme agli altri e si assuma la responsabilità - così come per coloro che hanno responsabilità di vasta portata, affinché siano guidati sempre dalla ricerca di profitti incentrati sulle persone e operino una transizione verso economie giuste e sostenibili.